Scampia: tensione sulla Fiction Gomorra. Saviano VS De Magistris

di Francesco Gentile

Dopo il no alle riprese continua la polemica. Corona, di Resistenza Anticamorra, dice” Il no a Gomorra fiction è un NO che difende la dignità di persone che son quotidianamente violentate dallo sciacallaggio mediatico, non è assolutamente censura”. (Francesco Enrico Gentile)

Vele_di_Scampia Sono lontani i tempi in cui il neo-eletto Sindaco De Magistris affermava : “Spero che Roberto Saviano torni presto a Napoli. Lo aspetto per una passeggiata”. Da quel giorno il rapporto tra l’autore di Gomorra e il Sindaco arancione si è via via deteriorato fino ad arrivare ai toni da resa dei conti di queste ore.

Causus belli della disfida la decisione del Presidente della Municipalità Angelo Pisani di vietare l’utilizzo di alcune zone di Scampia per le riprese necessarie alla fiction “Gomorra” di cui Saviano è supervisore artistico.

Una scelta, quella di Pisani, dettata dalla volontà di “liberare Scampia dal brand, dal marchio infamante, di esclusiva terra di camorra.

Il sostegno, in realtà intermittente,del Sindaco a questa decisione ha scatenato la reazione di Saviano il quale domenica 6, su Repubblica, contrastava quella che definisce una “censura” operata da “rivoluzionari al potere che divengono, così i più zelanti reazionari”.

In pratica Saviano riprendela tesi ,da lui sempre sostenuta, della necessità di raccontare tutte le terre di camorra  per accendere così i riflettori della pubblica opinione.

In realtà, come già accaduto in occasione della querelle “OccupyScampia” anche le Associazioni Anticamorra operanti nel territorio di Scampia si schierano in contrasto con Saviano.

Ciro Corona, Presidente dell’Associazione “Resistenza Anticamorra”  ha dichiarato a ServizioCivileMagazine:

Il no a Gomorra fiction è un NO che difende la dignità di persone che son quotidianamente violentate dallo sciacallaggio mediatico, non è assolutamente censura. Da anni (anche grazie a Gomorra) attuiamo un lavoro di decostruzione dei modelli camorristici, spingiamo i figli dei boss a tornare a scuola, a venire a lavorare sui beni confiscati alla camorra, a fare il "Pacco alla camorra". Pensiamo che la spettacolarizzazione della vita del boss sia solo nociva per il percorso intrapreso ma soprattutto che il quartiere sia cambiato rispetto a quello che Saviano raccontava qualche anno fa. Oggi c'è voglia di riscatto, di cambiamento, di libertà. Certo la camorra ammazza ancora e lo fa addirittura fuori una scuola ma oggi mentre loro ammazzano a scampia ci son persone che si recano allo sportello anticamorra per denunciare, i ragazzi lavorano sui beni confiscati, lasciano il "lavoro" di sentinelle e tornano a scuola, vedono il poliziotto non piu' come lo sbirro infame. Ecco, il quartiere oggi è anche questo, non solo boss, vele, neomelodici e morti ammazzati. Rivendicare cio' non è censura, è salvaguardare un percorso culturale di anni di lavoro. La tua parola ha un potere immenso, porta con se' cambiamenti e influenze anche e soprattutto sull'opininone pubblica. Un Gomorra 2, racconterebbe in modo imparziale e unilaterale la realtà di un quartiere, non sarebbe strumento di denuncia, il quartiere non ne avrebbe nessun benificio (a differenza di Sky) e soprattutto chiediamoci quanti percorsi de vita possa interrompere un eventuale scellerato film sulle vite dei "figli di nessuno".

La vicenda è tuttavia destinata a continuare. Venerdì 11 gennaio alle ore 16 Pisani ha convocato un Consiglio Municipale aperto ai cittadini per discutere del tema “fiction si, fiction no.