Lavoro e giovani: intervista a Ilaria Lani,responsabile Giovani CGIL

di Francesco Gentile

La responsabile giovani della CGIL commenta con ServizioCivileMagazine.it il nuovo dato Istat sulla disoccupazione giovanile. E lancia, alla politica, la sfida della proposta e delle azioni. (Francesco Enrico Gentile)

ilaria_chiancianoL’Istat ha diffuso l’altro giorno dati drammatici sulla disoccupazione giovanile. Come commenti il dato?
E' un dato altissimo, in particolare se consideriamo che è il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato di 5 punti solo nell'ultimo anno. Un dato che mette in evidenza il fallimento delle politiche di solo rigore che hanno alimentato la recessione e la crescita delle disuguaglianze. I giovani hanno pagato più di tutti questa situazione, infatti il tasso di disoccupazione giovanile galoppa tre volte tanto quello generale. La recessione economica combinata con il blocco del turn over nel pubblico impiego e con l'allungamento dell'età pensionabile ha comportato un sostanziale sbarramento dell'accesso al lavoro.

Quali sono le proposte della CGIL Giovani  per contrastare un fenomeno che si propone di essere il dramma italiano per eccellenza?
Una tale emergenza si affronta con politiche strutturali, capaci rimettere in moto l'economia e creare nuovo lavoro qualificato, attraverso incentivi e investimenti nei settori strategici, valorizzando l'enorme bagaglio di competenze dei giovani. Per esempio significa investire nella riqualificazione dell'ambiente e del territorio sbloccando fondi che potrebbero favorire la crescita dell'economia verde.
Oltre alle politiche per lo sviluppo, servono misure per sostenere i giovani nell'inserimento lavorativo, a partire dall'introdurre da subito, anche in Italia, la 'Garanzia Giovani', recentemente promossa dalla Commissione Europea. Se vogliamo combattere il fenomeno sempre più allarmante dei 'Neet' è necessario che ogni giovane che finisce gli studi sia preso in carico dai servizi all'impiego e gli venga proposto un percorso di orientamento e inserimento al lavoro attraverso l'apprendistato, tirocini di qualità, non lavoro gratuito come accade oggi, corsi formativi realmente qualificanti. Non è infatti più accettabile che i giovani siano lasciati al loro destino, un destino che soffoca le competenze, ratifica le condizioni sociali e familiari di partenza oppure costringe migliaia di giovani alla fuga.

Cosa chiedete alla Politica in materia di incentivi all’occupazione giovanile?
Gli incentivi possono essere una boccata d'ossigeno per le imprese attraverso uno sconto fiscale di cui ci sarebbe bisogno. Crediamo debbano essere selettivi, innanzitutto per favorire l'occupazione a tempo indeterminato. Sarebbero utili anche incentivi alle trasformazioni a tempo indeterminato dei precari il cui posto di lavoro è sempre più a rischio, per sostenere accordi sindacali che ne prevedano la stabilizzazione.

Che cos’è e come procede la campagna “Giovani non+”?
E' una campagana che ha denunciato la condizione di sfruttamento lavorativo dei giovani. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è che non può essere chiesto ai giovani di essere disposti a tutto pur di lavorare. La campagna inoltre ha provato a mettere in rete i tanti che vivono questa condizione, affinchè non rimanga un problema individuale. Abbiamo svolto alcune battaglie specifiche, per esempio contro gli stage truffa, sul diritto universale all'equo compenso e sull'estensione degli ammortizzatori.
Adesso la nuova sfida oltre ai temi già detti, è quella di intervenire attraverso la contrattazione sindacale. I contratti nazionali di lavoro devono tutelare tutte le tipologie di lavoro, non solo i dipendenti. Il primo banco di prova lo stiamo sperimentando con il contratto nazionale degli studi professionali per introdurre l'equo compenso ai praticanti e ai professionisti a p.iva, per questo abbiamo per questo lanciato una campagna ad hoc: www.conilcontratto.it.