Il libro: "L'altopiano della speranza"

di Anna Laudati

Un viaggio insolito quello descritto ne “L’altopiano della speranza”, il libro di Francesco Silvestri presentato dall’associazione culturale “Il Corifeo” lo scorso 5 Maggio nella splendida cornice della chiesa di Sant’Agostino di Massafra (di Mariella Vinci)

libro.jpgUn viaggio in Kenya che nasce dalla necessità di mettere a fuoco il proprio impegno profuso nel Territorio... di cercare un momento individuale di riflessione, nel proseguimento del cammino iniziato attraverso confronti e nuove conoscenze. Con queste parole l’autore ha spiegato il perchè del suo viaggio in Africa, a Nairobi, la Missione della Consolata, di Liliaba, di Turu, fino al parco Nazionale di Nakuru. Non un romanzo, un resoconto, un diario di bordo, ma una riflessione spirituale, quindi, sulle contraddizioni avanzate dalla società attuale che fa del consumo il suo motore mettendo ai margini la povertà. Un bisogno dell’autore di conoscere l’Africa, un luogo magico in cui si alternano colori, nuove emozioni e si tende a valorizzare quello che per noi è scontato.

 Una strada in cui, spesso, l’uomo occidentale intraprende cogliendo l’importanza di quello che la vita gli ha reso,un lavoro, una casa, una famiglia, insomma la dignità. Un uomo sicuramente più fortunato che ha avvertito l’esigenza di farsi pervadere dalla spiritualità in grado di aiutarlo a ripensare quale sia la gerarchia dei valori- come afferma egli stesso. Una spiritualità che la si può trovare in luoghi come  Mukululu, “ un luogo fuori dal mondo, eppur nel mondo. Un concentrato di spiritualità, manualità, progettualità, solidarietà.

Un dono immenso che il popolo sa farci gratuitamente, senza chiedere nulla. Un popolo che con sé porta il duro peso dell’arretratezza economica e culturale. La sua “colpa”? Nessuna o forse una, quella di essere nato in un luogo misero e oppresso. Una  meditazione che prende forma nel momento in cui lo sguardo va oltre gli occhi tristi ma allo stesso tempo incantevoli dei bambini africani. Bambini che si emozionano ancora per il dono di una caramella. I bambini e le donne sono la forza di questo popolo – si legge a pag.31.

E’ sul recupero dei bambini, sulla loro educazione ed istruzione che si spezzerà la catena tra popoli ricchi e popoli poveri. Solo se gli abitanti saranno messi in condizione di utilizzare le proprie materie prime e la tecnologia del tremila non ci sarà più bisogno di portare in Africa elemosine. Chi vivrà vedrà.