Napoli. Giovani attori in cerca d'autore. Intervista ad Antimo Casertano

di Anna Laudati

Essere attore. Essere giovane. Avere voglia di lavorare nella propria città, Napoli. Queste sono le caratteristiche che accomunano i ragazzi che terminano l’accademia di Arte Drammatica del Teatro Bellini, diretta dal maestro Tato Russo, insignito, tra l’altro, nell’anno 2004 dell’onoreficenza di Cavaliere della Repubblica. (Ornella Esposito)

antimo

Quali sono i sogni dei giovani talenti napoletani, al di là di quello che ci propinano mediaticamente le varie Maria De Filippi di turno attraverso scene, pietose e ridicole, di ragazzi piangenti ed insegnati isterici? Lo chiediamo ad Antimo Casertano, attore ventiquattrenne, appena licenziato dall’Accademia di Arte Drammatica del Bellini, autore-attore del testo “Il mio amico Angelo”, nonché membro dell’Associazione Culturale Nartea che da anni organizza performance teatrali su Napoli e provincia. 

Antimo, quali sono i sogni di un giovane attore?
I sogni di un giovane attore, o i miei sogni? I miei sogni non sono irrealizzabili e tanto meno utopistici. Chiedo solo di diventare un giovane attore,lavorare nell'ambito teatrale,guadagnare quanto basta per vivere. Forse la vera utopia,oggi come oggi in Italia, è questa: credere di guadagnare abbastanza da vivere con il teatro. 

Secondo te, nella città di Napoli, è possibile esprimere la propria arte per un giovane?
Sono veramente molto critico su questo argomento. Chi è che oggi produce arte? Bisogna chiedersi se questa città, ma soprattutto questo paese vuole gli artisti! Io credo che siamo un po' tutti sprecati, è un paese, il nostro, in cui l'arte si respira non appena esci in strada, eppure c'è qualcuno che crede che il teatro, il cinema , la musica sia subcultura. 

Quali sono, secondo te, le qualità che deve possedere un buon attore?
Oggi non si cercano buon attori, ma attori malleabili,capaci di guadagnare poco ed esprimere tanto! Un buon attore per me è quello disposto al sacrificio, e al lavoro di squadra,pronto a convergere tutta la sua energia verso le finalità dello spettacolo. Recitiamo per un pubblico che paga un biglietto. 

Cosa ti resta maggiormente degli insegnamenti che hai ricevuto?
Di tutto quello che ho potuto riceve in questi tre anni accademici resta soprattutto il rapporto umano con gli insegnati e con i colleghi d'accademia. Il confronto continuo con gli altri compagni è sicuramente una delle cose più stimolanti ed educative che un allievo attore può acquisire. Un buon attore, usando parole del maestro Alvaro Piccardi, non agisce ma reagisce. Piacciono anche a noi le parole di Alvaro Piccardi perché danno l’idea dell’arte come risposta a quello che c’è fuori,quindi, di un movimento ciclico che genera arricchimento, sempre auspicabile per il miglioramento dell’arte e di un attore.