Il libro. “Regime”, vedere la televisione non sara’ piu’ la stessa cosa

di Anna Laudati

Travaglio e Gomez ci offrono un’opera in pieno stile “Fatto Quotidiano” e lo fanno con crudele ironia e assoluta dovizia di particolari. Un’opera che ci insegna quali sono le vittime di un regime. In questa storia è la libertà di parola. (Vinicio Marchetti)

travaglio_gomezu

Regime. Questa parola evoca nella mente immagini sbiadite, in bianco e nero, in ogni caso appartenenti a un’epoca molto diversa e lontana da quella che stiamo vivendo… non in questo caso. Stiamo parlando di “Regime”, edito da Bur Editore e scritto a quattro mani da Peter Gomez e Marco Travaglio. Il regime o dittatura di cui si sta parlando è quanto di più attuale ci si possa attendere: la dittatura mediatica.

La tesi di Travaglio e Gomez è veloce è di acquisizione immediata, la schiavitù, ora, arriva dal plasma. Non più quella fascista fatta da manganelli e terrore, ma più sleale, subdola, e che, sostanzialmente, viene "approvata" e voluto da tutti coloro che seggono nelle stanze del potere, senza distinzione di colore. E questo può esistere soltanto nel momento in cui un regime può essere libero di agire, quando le tracce dell’opposizione, via via, si fanno sempre più fioche.

I due giornalisti del Fatto Quotidiano rinchiuderanno all’interno di questo saggio un’infinità di casi che, letti uno per uno, lasceranno ben poche speranze di poter vedere in tranquillità un telegiornale o anche un semplice spettacolo televisivo. La verità viene sputata in faccia cruda e rovente e questa volta non sarà per niente facile cambiare canale. Regime ci offre un quadro denigrante di un'Italia che pare aver spento la propria dignità, proprio come se ciò fosse stato cagionato da un telecomando.

Tecnicamente, invece, l’opera è scritta in assoluto stile Travaglio: Ironia pungente e un’abbondanza di documentazione degna del più affermato trattato scientifico. Un libro verità assolutamente impossibile da smentire. Un libro da leggere, approfondire e che, alla fine, t’impone di aprire gli occhi, farti un’idea e, almeno per una volta, non filtrata dagli organi d’informazione.

(foto: giornale.it)