“L’astice al veleno”: Vincenzo Salemme racconta della sua ultima opera teatrale

di Anna Laudati

L’attore napoletano  riscrive i canoni della commedia napoletana e ci parla delle sue aspettative e i suoi pensieri. Salemme sarà al Teatro Diana dal 16 febbraio fino al 27 marzo. Guarda il video. (Vinicio Marchetti)

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Parleremo di una delle realtà che ha fatto grande l’arte napoletana nel mondo: il teatro. Nella fattispecie di “L’astice al veleno” l’ultima commedia messa in scena da Vincenzo Salemme e in programmazione al Teatro Diana dal 16 febbraio fino al 27 marzo. Gli interpreti sono, oltre a Vincenzo Salemme, Benedetta Valanzano, Antonella Morea, Maurizio Aiello, Domenico Aria, Giovanni Ribò, Nicola Acunzo, Antonio Guerriero.

La trama è un intreccio comico vestito di un velo farsesco ma che, nel susseguirsi dei suoi atti, cattura il linguaggio quotidiano della commedia brillante e romantica. I protagonisti sono Barbara e Gustavo. Lei è un’attricetta, amante, addolorata e delusa, del regista dello spettacolo che sta provando, il quale regista è a sua volta è un inseparabile ammogliato. Gustavo invece è un pony express che porta in giro pacchi dono per il Natale imminente.

L’astice al veleno si presenta al pubblico come un’assoluta novità nel suo genere. L’originalità più grande sta innanzitutto nell’introduzione di elementi musicali all’interno di un collaudato meccanismo comico. La commedia napoletana ha, senz’altro, tra i suoi cavalli di battaglia la mescolanza tra commedia e musica ma, l’immagine che andremo a vedere ha colori innovativi, nuove sperimentazioni in un campo che, sicuramente, non ha dimenticato le sue origini.

Cosa si aspetta Vincenzo Salemme dal suo pubblico?
“Innanzitutto che ci sia il pubblico (ride). Non è facile muovere le persone da casa e portarle a teatro. Spero di ripagare il loro sforzo con uno spettacolo allegro, divertente e che in qualche modo si faccia ascoltare. A differenza del cinema qui scorre tutto in maniera molto più leggera”.

Pensa, dunque, che sia più facile portare le persone al cinema piuttosto che a teatro?
“La sensazione è che il cinema sia più maneggevole, ma la soddisfazione che può regalarti una bella commedia non è come quello che può scaturire da un bel film”.

E Vincenzo Salemme si sente più attore di teatro o di cinema?
“Io mi definisco un attore. Non credo esistano attori teatrali e attori cinematografici, esistono gli attori bravi e quelli meno bravi”.

E lei a che categoria appartiene?
“Io sono bravissimo”.

Ed è vero, Salemme è bravissimo!

 

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