24 GRANA. Un album “d’altri tempi” custode di una “filosofia” comune

di Anna Laudati

Mentre continua il tour dei “24 GRANA”, con tappa a Salerno venerdì 13 maggio, per i fan della band napoletana comincia il conto alla rovescia per l’uscita del nono album, previsto per il 16 maggio. (Gerarda Pinto)

dsco_24_grana “La Stessa Barca” esce in versione limitata in vinile 180 gr., in sole 300 copie a tiratura limitata, edito da La Canzonetta/Sintesi300 e distribuito da Self. L’ellepì contiene un brano inedito dal titolo "Chiudo cu' tte". La band si riaffaccia sul mercato discografico con un lavoro registrato durante agosto, dello scorso anno, presso gli studi “Eletrical Audio” di Chicago da Steve Albini.

E’ la prima volta, in oltre quindici anni di carriera, che un disco dei 24 Grana esce in vinile, scelta per niente casuale dato che “La Stessa Barca” è stato registrato interamente in analogico, in presa diretta, con un approccio in qualche modo “d’altri tempi”, e con un risultato quindi che trova nell’ascolto in vinile (supporto tra l’altro tornato assolutamente “attuale”) la sua dimensione ideale.

E’un lavoro in cui è valorizzato al massimo il personalissimo sound della band, che contamina, in maniera eclettica e sempre sorprendente, influenze disparate: dalla new wave al dub, dal folk più classico e vicino alla tradizione all'immediatezza del rock'n'roll e del post-punk. Un disco in cui, più che in passato, traspare la passione della band per un certo tipo di suono e approccio tipico dell’indierock americano, e per quei gruppi che negli ultimi trent’anni sono riusciti a consolidarsi al di fuori delle logiche di mercato.

Il titolo“La Stessa Barca” racchiude una riflessione che ci accomuna tutti. Ormai “A varca sotto è rotta e sfravecata/ manco na stella ca ce po' purtà, /'o mare tira e 'r viento l'arrevota /e 'a notte taglia l'anima a metà”. La scelta del linguaggio dialettale aderisce alla volontà della band di rimanere legata alla tradizione, che con una metafora semplice ci descrive come viaggiatori su una barca danneggiata, che nemmeno il capitano riesce a dirottare verso il porto, affidandosi alla “ciorta” (fortuna) e al tempo. “Siamo tutti sulla stessa barca”, ora tocca scegliere se affidarci alla rassegnazione o all’utopia.

“Vai annanzo e vide buono 'e cose toje nisciuno tene l'agio 'e sta depress”.