Amnesty compie 50 anni. Buon compleanno!

di Anna Laudati

Festeggia con un brindisi della libertà l’associazione che da anni lotta contro la violazione dei diritti umani e i regimi totalitaristici mentre la sua fiamma continua a bruciare, ad ardere con vigore per rendere liberi tutti i prigionieri dimenticati dalla giustizia e dalla legalità. (Francesca Elia)

amnesty Una candela accesa accerchiata da un filo spinato, è questo il simbolo della più famosa associazione internazionale che combatte per la tutela dei diritti umani da ormai 50 anni: l ‘AMNESTY. Oggi la fiamma di questa candela appare più accesa che mai, si nutre di manifestazioni nelle piazze, di grida di libertà, di appelli. Negli ultimi mesi il suo intervento si è intensificato, appoggiando le diverse ribellioni civili che si sono verificate in paesi come il Libano, l’Egitto e la Turchia. Il 28 maggio prossimo l’associazione compirà 50 anni e in onore della sua ininterrotta attività è stato organizzato un incontro presso la Fiera del libro di Torino.

Amnesty è stata fondata dall’avvocato Peter Benenson, dopo aver letto con sconcerto della condanna a 7 anni di prigionia di due giovani portoghesi , accusati di aver brindato alla speranza di un’ imminente libertà durante il regime dittatoriale di Antonio De Olveira Salazar. Benenson decise di mobilitarsi per rendere noto al mondo l’assurdità e l’ingiustizia di tale condanna, inviando una lettera a David Astore, direttore del giornale The Observer, che decise di pubblicarla inserendola in un articolo intitolato “i prigionieri dimenticati”.

Benenson così si espresse:  “Aprite il vostro quotidiano un qualsiasi giorno della settimana e troverete la notizia di qualcuno, da qualche parte del mondo, che è stato imprigionato, torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la sua religione sono inaccettabili per il suo governo. Ci sono milioni di persone in prigione in queste condizioni, sempre in aumento... Il lettore del quotidiano percepisce un fastidioso senso di impotenza. Ma, se questi sentimenti di disgusto ovunque nel mondo potessero essere uniti in una azione comune, qualcosa di efficace potrebbe essere fatto.” Era un invito rivolto al mondo intero, una sorta di supplica internazionale che usava il mezzo stampa per farsi ascoltare.

Le battaglie vinte dall’associazione sono state molte ma la guerra sembra essere ancora lunga, i volontari aumentano anno dopo anno e le munizioni sembrano, per fortuna, non esaurirsi troppo facilmente. L’ articolo venne infatti pubblicato da più stampe straniere ed in poco tempo Amnesty International potè contare su centinaia di adesioni. 50 anni di lotte per riconoscere la concreta esistenza di diritti che appartengono naturalmente, e sin dalla nascita, all’uomo. Libertà religiosa, libertà di pensiero, il diritto alla vita e ad un governo democratico in molti paesi, ancora oggi, sembrano realtà lontane da raggiungere, come fossero oasi del piacere da ammirare solo attraverso le reti televisive internazionali.

La fiamma di Amnesty continua a bruciare, ad ardere con vigore per rendere liberi tutti i prigionieri dimenticati dalla giustizia e dalla legalità, costretti a sottostare a schemi totalitaristici ed autarchici contrari alla nostra natura. Nel 2001 Benenson ricevette il premio  del Mirror Pride of Britain Lifetime Achievment, un piccolo riconoscimento per un grande aiuto arrecato all’umanità, durante la premiazione l’avvocato lesse una sorta di testamento spirituale, proviamo a riportare di seguito uno dei punti più salienti: Il mondo presto avrà una Corte Criminale Internazionale che sarà in grado di assicurare alla giustizia coloro che sono accusati dei crimini peggiori. La sola esistenza della Corte diventerà un deterrente per molti crimini. Ma i cambiamenti sono ancora grandi.

La tortura è bandita ma in due terzi del mondo viene praticata segretamente. Troppi governanti continuano ad approvare incarcerazioni sbagliate, morti o sparizioni commesse impunemente dai propri ufficiali. Coloro che oggi continuano a provare un senso di impotenza possono fare qualcosa: possono supportare Amnesty International. . Oltre agli innumerevoli successi raggiunti dall’associazione, colpisce in particolar modo la modalità della sua creazione, un pensiero di un informato avvocato si tramuta in un progetto di portata internazionale.

Col silenzio e con la paura di ribellarsi a “ciò che non è giusto” il filo spinato che circonda la candela diviene sempre più robusto ed invalicabile, “coloro che oggi continuano a provare un senso di impotenza possono fare qualcosa: possono supportare Amnesty International”. Si è deciso di festeggiare il traguardo dei 50 riproponendo il famoso brindisi dei due giovani portoghesi, infatti è proprio grazie alla loro vicenda che Amnesty ha visto la luce.