Godard sul cinema. Quale il suo futuro?

di Ivana Vacca

Jean Luc Godard è ancora "l'enfant terrible" del cinema. Nell’ultima intervista rilasciata al Guardian le sue riflessioni sulle nuove frontiere del cinema: “Il film è finito. È triste che nessuno sia più capace di sperimentare realmente. Ma allora che si fa? In qualche modo, con i telefoni cellulari e il resto, tutti sono ormai autori”. (Ivana Vacca)

Jean-Luc-Godard “Cut and paste movie mashups” questo il futuro del cinema secondo Jean Luc Godard. Una delle più realistiche visioni della settima arte nell’era digitale. Il Mashup, infatti, è oggi un’applicazione quotidianamente utilizzata dalla maggior parte dei cybernauti in tutto ciò che è digitale, nella musica, come nei video, nella scrittura, come nella grafica. Il film è così il risultato finale di un processo di rielaborazione di immagini video tratte da più sorgenti e modificate fino ad ottenere un lavoro ex novo. È la morte del cinema autoriale quella annunciata da Godard, che, solitamente schivo, concede un’intervista a Fiachra Gibbons del quotidiano britannico Guardian

Da sempre contro il “capitalistico concetto borghese di copyright” e tenace difensore della libera circolazione della cultura, il più anticonvenzionale regista del cinema francese, definisce il nuovo cinema come il prodotto di un taglia e incolla che supera la logica “medievale” del diritto d’autore: “con i telefoni cellulari e il resto (le nuove tecnologie) tutti sono ormai autori”. "Io non lo sono, cioè, non più. Prima tutti abbiamo creduto a un certo punto di essere autori, ma in realtà non ne avevamo la più pallida idea". 

breathlessMolto è cambiato dalla “nuova ondata” dei primi anni ’60, che vide Godard tra i più autorevoli esponenti di quella riscrittura del cinema d’autore conosciuta, appunto, come Nouvelle Vague. “Fino all’ultimo respiro”, Orso d’Oro per la regia nel 1960, suo film d’esordio, ne fu il manifesto. Cinepresa a mano, montaggio sincopato, abbattimento dei confini imposti dagli studios in favore di scene girate in ambienti reali, budget e tempi di riprese ridotti, cast di attori poco noti, mancanza di copione: tutte innovazioni al solo scopo di servire il metalinguaggio ed elevare l’artigianalità del cinema ad arte. Non una riproduzione della realtà ma una riflessione su di essa. “Il cinema è il cinema” diceva, e oggi ribadisce il concetto: “la fotografia è verità, il cinema è verità 24 volte al secondo”. 

Dopo una lunga filmografia, oggi il regista svizzero è al suo 50° lungometraggio: Film Socialiste. Una lunga serie di riflessioni per immagini, in sequenza o frammentate, ora sovrapposte, ora divergenti. Una umanità in viaggio su una nave da crociera lungo il Mediterraneo, i suoi luoghi, le sue lingue e la sua storia: Egitto, Palestina, Odessa, Grecia, Napoli e Barcellona l’itinerario. Alla Russia, alla Germania e agli Stati Uniti i rimandi più sotterranei. Ma l’antica Hellas diventa Hell As, e oggi, mentre si parla della Grecia come di una minaccia potenziale per il sistema finanziario mondiale, Godard calca con forza il nostro debito culturale con essa. Se di proprietà intellettuale si deve parlare allora perché non saldare i conti con le nostre origini? "I greci ci hanno dato la logica - dice Godard - fu Aristotele a inventare il sillogismo e noi tutti i giorni usiamo milioni di volte la parola 'quindi' quando spieghiamo dei concetti o quando prendiamo decisioni importanti.

E'giunta l'ora di pagare alla Grecia il giusto debito per questo". Da qui la sua provocatoria soluzione alla crisi finanziaria: “se ogni volta che usiamo la parola 'quindi' pagassimo 10 euro alla Grecia, la crisi finirebbe in un giorno e i Greci non dovrebbero vendere il Partenone ai tedeschi”. E ancora “ogni volta che Angela Merkel dice ai Greci 'noi vi abbiamo prestato tutti questi soldi, quindi, dovete ripagarci con gli interessi', lei dovrebbe pagare loro i diritti”. Ma il concetto di autore non dice più niente a Godard che superati gli 80 anni non perde la sfrontatezza giovanile e si gloria dei nuovi mezzi distribuendo il suo ultimo progetto su You Tube.