Guardiani, vita vera messa in scena

di Giuseppina Medugno

La mostra di Pizzigoni rende opere d’arte chi le custodisce. (Giuseppina Medugno)

museo_Stibbert_Firenze

Chiude domenica 5 febbraio al Museo Bagatti Valsecchi di Milano la mostra Guardiani, una raccolta di fotografie realizzate da Davide Pizzigoni, artista eclettico, che non ama definirsi fotografo professionista ma piuttosto pittore, scenografo e designer. Nella cornice ottocentesca della casa-museo, sono esposti 101 scatti (di cui 5 a grandezza reale) che colgono, nella loro sede di lavoro, i custodi dei musei, presenze impercettibili nel luogo della visione per eccellenza.

Le immagini esposte sono il frutto di un lavoro cominciato nel 2008 e condotto in numerosi musei di Francia, Inghilterra, Russia, Brasile e Italia e mostrano le relazioni che si stabiliscono tra i soggetti fotografati ed il contesto in cui non solo lavorano ma quasi abitano come naturali padroni di casa. Le fotografie ci rivelano straordinari casi di imitazione dell’opera d’arte, quasi i guardiani abbiano assunto una nuova identità assimilata al contesto, e casi in cui appare la volontà di risultare invisibili al pubblico, quel pubblico che a sua volta non nasconde di percepirli appena, rimuovendone la presenza stessa. Ne nasce per loro il paradosso di risultare invisibili in un luogo dove tutti vanno per vedere.

National_Portrait_Gallery_LondraAbbiamo incontrato Davide Pizzigoni per farci rivelare come è nato il suo progetto. Le prime foto - ci spiega - sono state scattate senza un’idea precisa: erano scatti “rubati” di lavoratori invisibili colti nei loro gesti quotidiani. “In una stanza del museo parigino Cognac-Jay rivestita di una settecentesca boiserie di quercia e debolmente illuminata da un lampadario a goccia ho scattato una fotografia. Volevo - continua Pizzigoni - un’immagine del mondo ai tempi del secolo dei lumi, ma mentre scattavo, qualcosa in un angolo si è mosso e ha preso vita: era un anziano guardiano la cui pelle bruna si confondeva con la parete. All’improvviso, attraverso il mirino, ho visto balenare il bianco dei suoi occhi e lui mi ha trafitto con uno sguardo di fuoco, una fiera all’improvviso balzata fuori dal buio della foresta”.  E’ così che è nato il desiderio di indagare, attraverso la fotografia, le relazioni che si stabiliscono tra i soggetti e il contesto in cui lavorano, un contesto del tutto originale come quello dei musei, facendo emergere, talvolta, veri e propri casi di mimetismo.

Pavlovsk_Palace_San-PietroburgoDa quel momento l’artista milanese ha fotografato centinaia di guardiani in 65 musei. Incontri spesso straordinari e storie umane insospettabili. Ci parla, ad esempio, di un uomo che prima d'esser guardiano in un museo parigino aveva compiuto da solo un avventuroso giro del mondo in bicicletta. E Pizzigoni ancora si chiede cosa abbia spinto quell’uomo ad abbandonare una vita tanto libera per chiudersi nelle stanze di un museo, luogo della memoria dove la vita è cristallizzata e ne cerca nell'espressione tanto quanto nell'ambientazione l'esito morale. In un museo inglese, invece, - continua raccontando - ha immortalato un guardiano accanto ad un nudo di donna in marmo. L’uomo osservava la sua nudità con un espressione di totale distacco, come fosse ormai oltre il richiamo della carne. Solo dopo gli hanno detto che era un pastore anglicano.

VictoriaAlbert_Museum_LondraCi colpisce, infine, il racconto dell’atteggiamento delle guardiane tra occultamento, identificazione e vita quotidiana. Molte donne, colte di sorpresa - come è facile immaginare - non hanno voluto firmare la liberatoria alla pubblicazione della loro foto. Altre, come una guardiana del museo Carnavalet di Parigi, ha chiesto al fotografo di passare l’indomani, facendosi trovare vestita con una giacca rossa di foggia orientale per essere ripresa tra due meravigliosi pannelli lignei raffiguranti cineserie. Ma nessuno si sente così a casa propria in sala - secondo Pizzigoni - come le guardiane dei musei di San Pietroburgo. Anziane signore d’altri tempi, sfoggiano ampi colletti di pizzo e appaiono perfettamente integrate nell’ambiente e, come se fossero nelle loro case, si dedicano alla lettura.

Dal Museo di San Martino di Napoli alla Galleria Franchetti di Venezia, dal Louvre di Parigi all’Hermitage di San Pietroburgo, fino al São Francisco da Penitencia di Rio de Janeiro, piccole realtà e musei di fama internazionale, in ogni foto è rappresentata “la vita che scorre al di là delle finestre del museo e nel museo rientra ogni mattina. Vita vera continuamente messa in scena. Eccetto il giorno di chiusura”- conclude Davide Pizzigoni.

(foto 1: Museo Stibbert di Firenze)
(foto 2: National Portrait Gallery di Londra)
(foto 3: Pavlovsk Palace di San Pietroburgo)
(foto 4: Victoria & Albert Museum di Londra)