Libri. Petrolio, la nera e invischiante storia del potere e del male

di Vinicio Marchetti

Pier Paolo Pasolini non ebbe l’opportunità di terminare il suo commiato. A noi, rimangono 522 pagine di raziocinante e pungente genio. (Vinicio Marchetti)

Pasolini.Petrolio Tra le opere più affascinanti realizzate da Pier Paolo Pasolini, non può essere dimenticata Petrolio, un romanzo pubblicato postumo nel 1992 da Einaudi. La prima edizione, invece, risale al 1972 e l’autore continuerà il suo lavoro fino al 1975, anno della sua uccisione, lasciandola, così, incompiuta.

Con Petrolio, Pasolini lascia in dono al suo paese, tanto amato quanto odiato, 522 pagine di “appunti” scanditi da un ordine progressivo e un’interessante composizione di titoli frammentari.

Ecco le dichiarazioni che, all’epoca, l’artista rilasciò descrivendo il lavoro in corso d’opera:

“Ho iniziato un libro che m’impegnerà per anni, forse per il resto della mia vita. Non voglio parlarne, però: basti sapere che è una specie di "summa" di tutte le mie esperienze, di tutte le mie memorie. È un romanzo, ma non è scritto come sono scritti i romanzi veri: la sua lingua è quella che si adopera per la saggistica, per certi articoli giornalistici, per le recensioni, per le lettere private o anche per la poesia”.

Seducente e invischiante, la scrittura di Petrolio è poliedrica e filologica. Parole che, a tratti, tramutano dalla più nota saggistica alla lirica più complessa, dall’elementare verbo parlato al virtuosismo letterario.

Come tutte le opere oscure e sapienti, poi, anche Petrolio ha il suo alone di mistero. Nel marzo 2010, infatti, fu annunciato da Marcello Dell’Utri il ritrovamento di un altro capitolo dell’opera: Lampi su Eni. La parte mancante doveva essere mostrata al pubblico all'apertura della XXI Mostra del libro antico di Milano. Cosa che non avvenne e per cui Walter Veltroni presentò un'interpellanza parlamentare all’ex Ministro della Cultura Sandro Bondi e che rimase inascoltata. Il capitolo, in pratica, così com’era riapparso, scomparve un’altra volta.

Negli intenti di Pasolini, quest’opera avrebbe dovuto vivere un’evoluzione di forma fino a raggiungere l’incomprensibile lettura di pagine greche e giapponesi. Un atto di devozione assoluta alla commedia dantesca, alla satira, alla feroce denuncia politica. Ogni parola contenuta in esso è ideologia allo stato infinitesimale.

Il biglietto da visita per la descrizione del bene e del male.