Libri. I fiori del male, la vera storia di uno dei più grandi fraintendimenti della letteratura

di Vinicio Marchetti

Il capolavoro di Charles Baudelaire è un libro noto e venduto, ma quali sono i motivi che, ancora oggi, ne rendono un successo letterario indiscusso? (Vinicio Marchetti).

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Analizzare “I Fiori del Male” è un lavoro che va realizzato in maniera poliedrica. Il capolavoro di Charles Baudelaire, infatti, non è soltanto una delle liriche più importanti della letteratura moderna, ma è anche un radicato “e discutibile” fenomeno di costume. Non appare raro, appunto, incappare in giovani menti che, con mal celato vanto, narrano di amore sconfinato per quest’opera.

 

Nulla di strano, a dire il vero, se questo corrispondesse a verità. La realtà dei fatti è ben altra. Il poeta francese era ben noto, oltre che per un cristallino talento, un dono che andava ben oltre le comuni capacità letterarie, anche per gli eccessi, gli inesistenti limiti e, come sovviene solitamente agli “artisti maledetti”, una tragica fine fatta di droga e alcool.

A cospetto di una personalità così simbolicamente straziante, i giovani lettori, nella stragrande maggioranza dei casi, si sono avvicinati più al lato oscuro della vita del poeta, piuttosto che al pieno senso delle sue opere.

I Fiori del Male, infatti, di rado viene ricordato come l’opera più significativa dell’esponente chiave del simbolismo moderno. Una delle menti più brillanti del XIX secolo, capace, da solo, di essere pioniere di un nuovo e meraviglioso genere lirico. Indiscusso creatore del decadentismo come oggi lo conosciamo.

Che cosa dire dei versi? I Fiori del Male è un’opera che non nasce dalla sofferenza, come erroneamente si pensa, ma dalla rabbia e dalla disillusione. Solo la potenza, l’innato vigore della furia, solo questo riesce a generare poesie solide come foreste di olmo e salici.

Baudelaire non era un solitario, non era un poeta lugubre e non era neanche un fautore degli eccessi. Era soltanto un uomo che, schiacciato dagli stenti e dai gravissimi problemi di salute (la droga non la prendeva per alienarsi e fuggire, soltanto perché i dolori dovuti all’emiplegia e all’afasia lo stavano logorando, paralizzandone anche metà del corpo), amante del romanticismo più puro, delle gioie più semplici che la vita ci offre.

Baudelaire ha raggiunto l’immortalità creando qualcosa che nessun altro è riuscito a immaginare. I suoi lettori riusciranno ad apprezzare al meglio qualcosa che già esiste?