“Viaggiando impari a confrontarti con ciò che è altro da te”. Silvia Dellapina, autrice del libro Transamerica secondo me, e il senso dei suoi viaggi

di Mariateresa Borriello

"...in Patagonia la voce della natura è così forte da coprire il chiacchiericcio incessante della mente, dei tuoi “se” e i tuoi “ma..." è uno dei passaggi più intensi dell’intervista a Silvia della Pina, scrittrice parmigiana che nel libro Transamerica secondo me – Appunti di un percorso illogico, pubblicato nel 2012 da Sensoinverso Edizioni. (Mariateresa Borriello)

copertina_transamerica_secondo_me Cosa ti ha spinto a partire per il Sud America?
La scelta del Sud America è stata un po’ casuale. Alle volte è un luogo a scegliere te, non viceversa. Semplicemente ci capiti, per un motivo o per l’altro; e poi ti ci trovi invischiato. Tutto è nato da un trekking in Patagonia nel gennaio 2008: gli spazi, il vento, l’energia di quei luoghi mi hanno dato il coraggio di fare ciò che sentivo come una “necessità interiore”: partire per un viaggio vero e proprio, senza limiti di tempo, solo alle mie condizioni. Così dopo due mesi sono tornata lì, per ripartire da quel luogo dove per la prima volta avevo avuto il coraggio di “ascoltare” ciò che veramente volevo io, che era importante per me, senza chiedere il parere di nessuno, senza stare ad interrogarmi troppo sul “dovrei oppure no”. Non a caso il sottotitolo del libro è “appunti di un percorso illogico”, perché, e cito qui il grande poeta Antonio Machado, il sentiero non esiste: si fa mentre cammini.
Come dico all’inizio del mio libro, “la necessità di viaggiare, la bruciante curiosità di sperimentare la vita in altri angoli di un meraviglioso pianeta in cui siamo capitati un po’ per caso è inspiegabile: si sente oppure no. Onestamente non so cosa sia meglio, ma so cosa significa sentirla: se la senti puoi solo assecondarla”.

Cosa hai imparato durante i tuoi viaggi?
Sono dell’idea che quando parti per un lungo viaggio, devi mettere in valigia anche un po’ di voglia di non tornare. La bellezza di un viaggio di questo genere è che ti assorbe completamente: torni ad essere “qui e ora”, torni ad assaporare il presente e la realtà che hai davanti agli occhi. Impari a confrontarti con ciò che è “altro” da te, e questo ti dona una nuova inaspettata consapevolezza di quello che sei tu, delle tue radici – e così impari davvero a valorizzarle. E non perché credi siano migliori, ma semplicemente perché è il tuo punto di partenza, la tua eredità, la tua identità – e solo quando ne sei davvero consapevole puoi instaurare un confronto valido, uno scambio costruttivo, senza paura di perderti.

Qual è il luogo che ti è rimasto di più nel cuore?
Sicuramente la Patagonia, all’estremo sud del continente americano, tra Cile e Argentina. Per i suoi spazi infiniti dove percepisci che lì, di spazio, ce n’è anche per te e che le possibilità sono aperte; dove la voce della natura è così forte da coprire il chiacchiericcio incessante della mente, dei tuoi “se” e i tuoi “ma”; dove quel vento fortissimo ti mette alla prova, perché se riesci a rimanere in piedi laggiù, puoi riuscirci ovunque; perché sostanzialmente è un luogo “limite”, così a sud, che ti permette di testare il tuo, di “limite”, e di spostarlo un po’ più in là, per poi risalire.
Per me la Patagonia ha assunto un significato molto particolare, e per questo è senz’altro al primo posto nel mio cuore.
Al secondo invece metterei la Bolivia – un paese di cui si parla poco, poco turistico, ma che lascia veramente senza parole, forse proprio perché non si sa bene cosa aspettarsi, salvo poi restare affascinati dalla bellezza dei suoi luoghi, alcuni veramente incredibili come il Salar di Uyuni, e dalla gentilezza dei suoi abitanti.

"Transamerica" è la tua prima opera letteraria?
Si, “Transamerica” è la mia prima opera letteraria ufficiale. Scrivere mi è sempre piaciuto, fin da bambina; ho scritto anche altri racconti, storie, articoli, ma sono per lo più rimasti nel cassetto o al massimo sono stati visti su alcuni blog di viaggio. Questa è la prima volta che decido di pubblicare qualcosa e dargli visibilità, un po’ perché per la prima volta ho trovato materiale veramente interessante di cui parlare e ho avuto il tempo necessario per lavorarci; ma soprattutto perché credo fermamente nel messaggio di cui questo libro vuole farsi portatore: l’etica del viaggio. Ossia, l’importanza di viaggiare per capire, per aprire la mente, per riflettere sulla nostra vita e su ciò che da essa ci aspettiamo; viaggiare per imparare da chi conduce esistenze differenti dalla nostra, ma non per questo meno importanti; viaggiare per vedere la bellezza e la fragilità di un mondo che troppo spesso diamo per scontato, e per interrogarci sulla sostenibilità della nostra presenza in esso.

E' stato difficile racchiudere le esperienze nel tuo libro?
No, è stato un passaggio piuttosto naturale. Viaggiando da sola sei tu stessa la tua compagna di viaggio, quindi annotare impressioni, emozioni, esperienze e sensazioni è un modo per fare il punto della situazione, per verbalizzare tutto quanto, per approfondire e riflettere su ciò che hai vissuto - come faresti alla fine di un’intensa giornata seduta a tavolino insieme ad un compagno di viaggio, appunto.
C’è una frase molto bella che apre un libro favoloso di Sepulveda, “Patagonia Express”, dove l’autore si accomiata dai suoi appunti, definendoli “compagni di un lungo viaggio, che sempre mi sono rimasti accanto a ricordarmi di non aver alcun diritto a sentirmi solo”. E’ esattamente quanto accaduto a me – “compagni di viaggio”, ecco come considero i miei appunti.

Hai in programma altri viaggi?
A Marzo 2012 ho visitato il Nepal per la prima volta – 20 giorni, anche in questo caso un trekking, nella regione dell’Annapurna, attraverso zone ancora incontaminate e poco conosciute, a stretto contatto con le popolazioni locali, per un affascinante mix di montagne, cultura, persone. Mi piacerebbe approfondire la conoscenza di quel paese e poter scrivere dei suoi spazi, della sua gente, della sua cultura… magari ci tornerò.
La “lista” dei luoghi che vorrei visitare è davvero lunga, ma ancora non ho deciso quale sarà la prossima meta.