Il punto di Enrico Tomaselli: Mi piacerebbe...

di Enrico Tomaselli

Mi piacerebbe che qualcuno – serio ed affidabile, sotto ogni punto di vista – facesse un sondaggio in città, intervistando cittadin* e turist*, e ponendo loro tre semplici domande: sapete cos’è il Forum Universale delle Culture? sapete che si sta svolgendo a Napoli? avete partecipato anche ad uno solo degli eventi programmati? (Enrico Tomaselli)

matera

Temo che le risposte sarebbero spaventosamente sconfortanti, ed inchioderebbero tutta la filiera dei responsabili all’evidenza di questo colossale fallimento. Tutti. Da Caldoro a De Magistris (1 e 2), dalla Miraglia a Di Nocera e Daniele, da Puca a Pitteri.

Credo che poche altre cose come questa, attestino l’assoluta insipienza delle classi dirigenti locali, che nel caso delle nuove si somma ad una plateale incompetenza. Pure, il fallimento era talmente annunciato, che non fa nemmeno scandalo. Alla fine si saranno buttai al vento 11 milioni di euro, per una serie di manifestazioni che, soprattutto per responsabilità di chi ne ha curato nel tempo la gestione, hanno coinvolto quasi sempre quattro gatti. E tutto questo, mentre si fa una lotta selvaggia contro gli sprechi tagliando a destra e a manca, e colpendo invece servizi essenziali come la sanità ed il trasporto pubblico. E sarà già tanto se anche questa insignificante kermesse non lascerà uno strascico di debiti non pagati. C’è chi attende da anni il pagamento di fatture, da parte della Fondazione Forum…

Non è un caso che alcuni eventi, annunciati con gran clamore – Fura dels BausWomad… – siano scomparsi dalla programmazione appena i relativi responsabili si sono resi conto di cosa rischiavano.

Cosa si muova, e come, dietro questi grandi eventi, sta venendo fuori in questi giorni a proposito della America’s Cup. Ne emerge uno spaccato di interessi privati, di favoritismi, di piccole meschinità, che anche se non sempre hanno rilevanza penale sono comunque sintomatici di un clima, di una modalità comportamentale. Perchè anche se fin troppo spesso si fa un uso peloso del richiamo al garantismo, con ogni evidenza la questione non è mai meramente giudiziaria. C’è – ci sarebbe… – una non meno importante questione di etica pubblica. Rispetto alla quale il richiamo difensivo alla formale liceità diventa un paravento intollerabile. Ma che si fa forza della garanzia di impunità, stante la mancanza d’ogni possibilità sanzionatoria.

C’è una sottocasta, una frotta di valvassini (rossi, azzurriarancioni…) che sguazza nel sottobosco della politica e delle pubbliche amministrazioni, e che in un modo o nell’altro continua comunque a galleggiare, sfruttando il cono d’ombra della casta. Se non si procede ad unrisanamento anche a questi livelli, ad una bonifica del sottobosco, difficilmente si arriverà mai ad una pubblica amministrazione sana, trasparente ed efficace, in grado di rispondere positivamente ai bisogni pubblici, non a quelli privati.

Eppure, non sarebbe stata impresa impossibile, fare un Forum – a Napoli – davvero universale. Piuttosto che questa semiclandestina serie di fatti e fattarielli.

Basta andare in questi giorni al Teatro Augusteo, vedere la sala piena come ogni anno di un pubblico attento, per capire come la città, se giustamente informata, sappia rispondere con entusiasmo al richiamo di un’offerta culturale di rilievo. Eppure Artecinema non dispone certo di undici milioni di euro… Ma dispone certamente della passione e della intelligenza di chi ci lavora.

O basterebbe guardare a come Matera, una cittadina del sud sperduto e marginale, abbia saputo costruire negli anni un percorso che l’ha portata poi a vincere il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019. Mi chiedo se qualcuno – tra i tanti che hanno gestito il Forum napoletano – ha mai pensato di conoscere e studiare lebest practices seguite in altre città per organizzare e gestire eventi di questo tipo. Se qualcuno, con un po’ d’umiltà, l’avesse fatto, forse oggi non saremmo di fronte a cotanto fallimento.

Passato quest’annus horribilis, del Forum non rimarrà traccia alcuna. Nessuna ricaduta positiva sulla città e sui napoletani, né in termini di crescita culturale né in termini di crescita economica.

Mi piacerebbe che qualcuno – serio ed affidabile, sotto ogni punto di vista – facesse un’inchiesta giornalistica su questo. Che invece di mettere sotto il mirino i (pur veri) difetti dei napoletani, mettesse in luce limiti ed errori (a dir poco) dei pubblici amministratori. Mi piacerebbe una puntata di Report dedicata al Forum delle Culture, piuttosto che alla pizza, al Rione Traiano o a Genny a carogna.

Mi piacerebbe che la città avesse uno scatto d’orgoglio, e riuscisse a manifestare la propria stanchezza, la propria indisponibilità ad accettare rassegnatamente il declino, quasi fosse scritto nel suo DNA.  Mi piacerebbe non tanto l’ennesima discesa in campo della società civile, che il più delle volte, alla prova dei fatti, s’è rivelata peggiore di chi voleva emendare, quanto un nuova capacità di inchiodare la politica alle sue responsabilità. Mi piacerebbe che si esercitasse una pressione, e che questa pressione determinasse l’emergere di candidature credibili, sia per il rinnovo del Presidente della Regione che per il Sindaco di Napoli.

Mi piacerebbe, ma non ci credo.