Il convegno. A Napoli lezioni di cittadinanza attiva

di Anna Laudati
“Io penso Cittadino europeo”  (di Giuseppina Ascione) 

giovani_1.jpgSi è chiusa oggi, 31 ottobre, a Napoli la II edizione della Scuola di Cittadinanza Attiva, che quest’anno aveva come tema l’Europa. La tre giorni, dal titolo “Io penso Cittadino europeo” è stata l’occasione per 60 giovani provenienti dalla Campania e anche dall’estero di confrontarsi e misurarsi con le istituzioni sui temi della cittadinanza attiva e della cooperazione europea.

La scuola, promossa dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Campania, ha visto avvicendarsi relatori del calibro del prof. Alfonso Mattera, Vicepresidente della Commissione Europea, il giudice della Corte Costituzionale,Giuseppe Tesauro, l’On. Gianni Pittella, Vicepresidente del Parlamento Europeo, è stata l’occasione per i giovani di familiarizzare con le istituzioni europee. Per confrontarsi e conoscere meglio quali sono gli strumenti messi in campo dall’Unione in materia di politiche giovanili. Il convegno ha dato molteplici spunti di riflessione e stimolato l’approfondimento del complesso sistema burocratico e politico europeo e ha acceso i riflettori sul percorso storico-politico che ha portato all’Europa Unita, sui traguardi raggiunti e quelli ancora da conquistare. I workshop e le conferenze sono state l’occasione per i ragazzi di conoscere le tante opportunità che l’UE offre ai più giovani. Programmi di scambio interculturale, possibilità di accedere a fondi per il finanziamento di progetti e imprese giovanili.

L’Evento che, come ha più volte sottolineato l’Assessore alle Politiche Giovanili, Lilli De Felice, diventerà un’azione strutturale all’interno della programmazione regionale in materia, ha costituito un momento fondamentale per la crescita “europea” della comunità, contribuendo a far nascere e crescere quel sentimento di “europeità” che stenta a decollare nell’animo di noi tutti, aiutano a comprendere come le diversità dei popoli che compongono l’Unione siano da considerarsi una ricchezza e non un elemento di distanza culturale. Bisogna ripartire, come ha spiegato il prof. Mattera, da quel filo rosso che i giovani hanno tracciato attraverso il loro viaggi e gli spostamenti, andando a delineare la cartina geografica dell’Europa unita. Bisogna ritornare sulla scia dei padri fondatori dell’Unione, di Shumann, di Spinelli, di Hugo che non hanno mai smesso di credere che una reale unione degli stati europei fosse possibile e che l’inclusione dei popoli un giorno si sarebbe realizzata. “Verrà un giorno in cui la guerra vi sembrerà tanto assurda, tanto impossibile fra Parigi e Londra, fra San Pietroburgo e Berlino, fra Vienna e Torino, quanto non lo sia oggi fra Rouen e Amiens, fra Boston e Filadelfia.

Verrà un giorno in cui voi Francia, voi Russia, voi Italia, voin Inghilterra,voi Germania, tutte le nazioni del continente senza perdere le vostre qualità distinte e la vostra gloriosa individualità, vi fonderete in modo stretto in un'unità superiore, formerete in modo assoluto la fraternità europea. Verrà un giorno in cui le pallottole e le bombe saranno sostituite dai voti, dal suffragio universale dei popoli, dal venerabile arbitrato di un grande senato sovrano che sarà per l'Europa ciò che il Parlamento è per l'Inghilterra, ciò che la Dieta è per la Germania, ciò che l'assemblea legislativa è per la Francia! Verrà un giorno nel quale l'uomo vedrà questi due immensi insiemi, gli Stati Uniti d'America e gli Stati Uniti d'Europa, posti l'uno di fronte all'altro, tendersi la mano al di sopra dell'oceano” V. Hugo.