12 Marzo 2010: venerdì nero d'Italia

di Anna Laudati

Banche ma non solo. Lo stato d'agitazione raggiunge i due terzi dei lavoratori (di Claudia Francesca Gorgoglione)

cgil.jpgPromettono cifre esorbitanti gli organizzatori dello Sciopero Generale della CGIL previsto per questa mattina che protesteranno  per “Lavoro, Fisco e Cittadinanza”. Gravi sono le accuse rivolte al governo: cancellazione dell' articolo 18 e destrutturazione dei Contratti Nazionali. Molti la chiamano l'Antiriforma del diritto del lavoro. Dal pubblico al privato tra gli assenti gli addetti delle pulizie negli edifici pubblici (scuole, ospedali, caserme ecc) aderenti alla Cgil, lavoratori delle banche e farmacie.

L' approvazione del cosiddetto “collegato lavoro”, infatti,  legittima la destrutturazione dei contratti di lavoro contemplando la possibilità che i lavoratori possano firmare, all'atto dell'assunzione, condizioni particolari in deroga ai Contratti Nazionali e potrebbe essere richiesta la sottoscrizione della rinuncia a ricorrere al Giudice del Lavoro a seguito di un qualsivoglia contenzioso o licenziamento contro il quale, inoltre, si restringe il tempo utile per il ricorso. E, all'abbassamento dell'età di apprendistato a 15 anni che riporta il diritto allo studio ai più bassi livelli europei, si somma l'ormai nota “questione scuola”  privata non solo delle peculiarità che contraddistinguevano il sistema scolastico italiano da quelli europei  ma addirittura di insegnanti e personale vario. E un insegnante definito precario perché non riceve un incarico continuo cos'è se non un disoccupato saltuario nonché un papabile disoccupato costante?

Ma le richieste del popolo dei protestanti spaziano in vari campi e, se quello del lavoro è quello maggiormente sentito perchè appunto più “popolare”, non mancano quelle che nel mondo del web chiameremmo faq ovvero le domande frequenti che in questo caso sarebbero vere e proprie necessità: la lotta all'evasione ed all'elusione fiscale, la tassazione  - come in Europa – delle rendite finanziarie e dei grandi patrimoni attraverso l'abbassamento della prima aliquota al 20%, il ricorso ad una politica di accoglienza per la regolarizzazione dei migranti lavoratori e l'abolizione della Bossi-Fini. Una parte del popolo che urla al cambiamento, dunque; adesso ci si chiede chi abbia il dovere di ascoltarlo e magari di esaudirlo.