Vittorio Arrigoni: una vita dedicata all’intervento pacifico

di Francesca Elia

Il volontario pacifista Vittorio Arrigoni,“L’amico del popolo palestinese”, è stato ucciso il 15 aprile scorso, il suo corpo senza vita è stato ritrovato in un appartamento abbandonato di Gaza City. Celebrati oggi i funerali. (Francesca Elia)

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Nel 2008, Vittorio, arrivò con l’associazione “Free Gaz a Moviment” nella Striscia di Gaza e da allora donò tutto se stesso alla popolazione della Palestina, impegnandosi in azioni di supporto ai contadini e pescatori del luogo. Fu l’unico italiano a decidere di rimanere dopo l’inizio dei bombardamenti israeliti, convinto che il suo intervento pacifista fosse più forte e coraggioso delle bombe mortali.

Era stato inserito nella lista nera degli attivisti realizzata da Israele e considerato un vero e proprio bersaglio dalle forze militari israelite. Il militante della International Solidarity Movement era stato sequestrato da un commando di estremisti salafiti che avevano richiesto, in cambio del suo rilascio, di riconoscere la libertà ad un gruppo di militanti arrestati, lanciando un ultimatum di circa 30 che però non è stato rispettato. Vittorio è stato ucciso poche ore prima che i militari di Hamas facessero irruzione nella casa in cui era stato nascosto, per i segni ritrovati intorno al collo si pensa sia stato strangolato e lasciato su un materasso.

Per il forte impegno mostrato dall’ attivista, le truppe di Hamas si sono impegnate nella sua ricerca fin dal primo momento in cui è stato messo in circolazione, su Youtube, il video del suo sequestro. Arrigoni aveva 36 anni, era nato a Besana, in provincia di Lecco, il 4 agosto del 1975, a Gaza era conosciuto da tutti, era consapevole dei pericoli a cui andava incontro ma credeva che un’azione pacifista fosse di estrema importanza per un paese come la Palestina.

Da tempo scriveva su un Blog e aveva pubblicato un libro, intitolato “Restiamo umani”. Hamas aveva reso nota,due giorni dopo l’uccisione, la cattura di quattro componenti della cellula appartenente al gruppo salafita, accusati di essere i responsabili del sequestro e della morte di Arrigoni, ma oggi si è a conoscenza del nome del vero omicida Abdel Rahman,aiutato nella vile impresa da Haitem Salfiti ed entrambi definiti jihadisti filo Al Qaida.

I teologi hanno emanato una “fatwa” che definisce tale assassinio un crimine contro l’intero Islam e Hasan Al-Uri consigliere legale di Abu Mzen, presidente dell’autorità palestinese, ha dichiarato che i responsabili rischiano la pena di morte. Una morte densa di significato che non fa tacere i popoli che come in Palestina così in Italia, hanno manifestato nelle piazze per ricordare il pacifista italiano. In suo onore la flottiglia che partirà a maggio per la Striscia di Gaza sarà chiamata “Freedom Flottillia – Rimaniamo umani.

Arrigoni è stato definito anche “un combattente palestinese” ma non tutti hanno apprezzato gli interventi dell’attivista, considerato da altri un comunista nullafacente. Stay Human, è questa l’espressione con cui Vittorio firmava tutti i suoi articoli e i suoi interventi, un invito mondiale a ricordare la vera natura dell’uomo, la nostra appartenenza “alla stessa famiglia, che è la famiglia umana”.

Vogliamo ricordarlo riportando uno dei suoi interventi pubblicati sul Blog “Guerrilla radio” che descrive la brutalità della guerra in Palestina: "Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola" mi dice Jamal, chirurgo dell'ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue.

"Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l'ultimo miagolio soffocato". Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua "Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell'opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste..." il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi.

"Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi l'ha schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati".