Da Bologna in Spagna. Luigi Fantinelli è il primo studente down in Erasmus: “E’ difficile ma io ci provo” e ci è riuscito

di Francesca Elia

E’ stato lontano dalla sua famiglia, è andato a fare la spesa, ha lavato i piatti, ha studiato e superato un esame e ha partecipato alle famose feste organizzate dai vari studenti. Si è sentito più autonomo e responsabile, la sua patologia non gli ha creato nessun ostacolo tanto da ispirare la regista argentina, Susana Pilgrim, a realizzare un film-documentario, intitolato “Ci credo”.  (Francesca Elia)

Luigi_Fantinelli Luigi Fantinelli ha ventidue anni vive e studia a Bologna, non è uno studente d’eccellenza è nella media ma detiene un importante record: è il primo ragazzo down ad aver affrontato l’esperienza dell’ Erasmus. Luigi è ‘solo’ affetto dalla sindrome di down, una patologia che provoca un deficit intellettuale e talvolta fisico, attirando spesso gli occhi e le bocche di persone impigliate nella rete della discriminazione.

Questo problema determina una serie di evidenti limitazioni che questo ragazzo, col suo coraggio e la sua positiva testardaggine e caparbia, è riuscito a superare. “Io ci provo”, Luigi ripete spesso questa frase, prova a crearsi una vita “normale” normale per lui, adatta alle sue esigenze e ai suoi sogni, una vita che lo renda soddisfatto che lo faccia sentire attivo. ”Lottando so quello che voglio!”, è consapevole che per lui la strada da percorrere non è in discesa e priva di insidie ma la voglia di combattere c’è.

Nel 2009, studente di Scienze della Formazione, Luigi vince una borsa di studio e nell’ottobre dello stesso anno parte per la Spagna con il progetto Erasmus. Luigi è partito, e stando lontano dalla famiglia e dalle sue comodità, ha dimostrato che volere è potere e che non esistono impedimenti reali quando non si ci ostacola da soli. Ha vissuto per 10 mesi a Murcia godendosi il forte sapore della libertà e contribuendo ad abbattere una parte del muro della “inaccettabile diversità”, che ancora oggi, in parte, sussiste. Terminata l’importante esperienza di vita è tornato a Bologna, dove ha continuato gli studi universitari trasferendosi in una casa di studenti, abitata da due giovani ed un altro ragazzo affetto da sindrome di Down, Tommaso.

L’appartamento è gestito dall’associazione Vai, che da anni è impegnata in attività che mirano alla totale integrazione di giovani affetti da questa sindrome. La storia di Luigi è di grande esempio per tutti, tanto da aver spinto la regista argentina, Susana Pilgrim, a realizzare un film-documentario, intitolato “Ci credo”, che racchiudesse tutti i più importanti passi compiuti dallo studente bolognese.

Nella pellicola sono state inserite varie testimonianze non solo del protagonista ma anche dei suoi amici e dei suoi familiari. “ Per noi è come se avesse già preso 10 lauree”, la mamma di Luigi con questa frase manifesta tutto il suo orgoglio per un figlio che è riuscito a guadagnarsi da solo quel pizzico di libertà che dalla nascita sembrava essergli stato sottratto, un figlio che non si è spaventato della lontananza e della lingua straniera ma si è lanciato verso la scoperta e la conoscenza. Nel video si susseguono abbracci, sorrisi, occhi lucidi nel salutare attraverso una webcam spagnola gli amici italiani, la gioia nell’ aver superato un ‘esame e le parole dense di significato del padre “Mi ha fatto capire che da me non deve imparare nulla”.

Luigi non ha vinto il premio Nobel e non ha scritto un romanzo di fama mondiale, lui ha lottato e continua a farlo per difendere la proprio dignità ed i suoi progetti, lotta per il suo diritto allo studio e per far si che quanto afferma la nostra Costituzione all’ art. 3, sancendo un principio di uguaglianza sostanziale che mira all’eliminazione degli ostacoli economico-sociali, che limitano lo sviluppo della persona umana e la partecipazione alla vita politica economica e sociale del Paese, sia concretamente rispettato.