Salerno. Alle amministrative eletto a pieni voti il giovane Gianluca Memoli. Una vittoria che premia tutta la città

di Katia Tulipano

Gianluca Memoli è un ragazzo salernitano di 28 anni.  Alle scorse elezioni amministrative del 15 e 16 maggio con 758 voti è entrato nella rosa dei candidati a sedere tra i banchi del nuovo consiglio comunale a Palazzo di Città. “La montagna più alta è quella che non scalerò” dice Jovanotti. Gianluca si è messo in gioco e ce l’ha fatta. Ora seduto sulla vetta della sua montagna è in attesa di vedere quale nuova avventura lo aspetta. (Katia Tulipano)

Ginaluca Oltre che personale, quella di Gianluca è una vittoria culturale. All’indomani del rapporto del Censis che descrive i giovani come in via di estinzione, sfiduciati e poco formati, il traguardo di Gianluca rappresenta un messaggio forte per il mondo giovanile, per tutti quei ragazzi impelagati nella loro nullafacenza, che adducono ad alibi del loro lassismo le maglie blindate della nostra società intessute sempre dagli stessi attori diventati oramai veri e propri dinosauri. “Volere è potere” ci dimostra Gianluca, dando voce a quanti sostengono che impegno, caparbietà, passione e contenuti creano una miscela esplosiva che fa da carburante a qualsiasi cambiamento, per quanto impossibile possa apparire.

Gianluca, raccontaci la tua storia?
Sono un giovane come tanti, con gli stessi problemi ed interessi dei miei coetani. Fino a ventun’anni ero un ragazzo normodotato: atleta, modaiolo, carabiniere, con tanti sogni nel cassetto. L’11 settembre 2004 un incidente stradale mi ha reso diversamente abile cambiando la prospettiva da cui guardo ora la vita, ma non il mio modo di viverla. Non sono più un atleta, ma un allenatore di pallacanestro e ho deciso di impegnarmi a tirare ugualmente fuori quei sogni dal cassetto per tentare di realizzarli. 

Cosa ti ha spinto a candidarti?
Sono stati proprio i miei sogni. Uno dei più grandi è sempre stato cambiare ciò che non va nella mia città e, perché no, nella società. 

Qual è stato il tuo programma elettorale e quali le proposte per i giovani?
I punti cardini del mio programma sono stati: educazione al senso civico, WiFi libero, città senza barriera architettoniche per le persone diversamente abili come me, orientamento giovanile sia al mondo del lavoro che alla formazione in genere e creazione di nuove strutture per lo sport. Credo, infatti, che soprattutto gli sport di gruppo siano essenziali nella vita degli individui sia da un punto di vista prettamente fisico che sociale, come importante momento di aggregazione nonché di crescita ricreando dinamiche proprie del vivere in un gruppo ed insegnando a rispettarne le regole. 

La campagna elettorale: come l’hai vissuta?
E’ stata una lotta dura perché io non avevo nulla da promettere o da dare in cambia se non il mio credere fermamente in ciò che facevo. Ho dimostrato forza e determinazione e forse sono riuscito a trasmettere la mia passione ai tanti che ho incontrato in questi mesi perciò ce l’ho fatta. Ma il merito non è tutto mio. Il risultato che ho ottenuto è di tutto il team di persone amiche che mi hanno aiutato, assistito ed accompagnato: il mio ruolo è stato solo di riunirle. E, da un punto di vista umano, la campagna elettorale è stata un’esperienza bellissima: ho sentito il calore e l’affetto della gente. Una signora, in occasione di un incotro, mi ha ringraziato dicendomi che grazie a me, alla mia candidatura, era ritornata ad appassionarsi ai problemi della sua città e a credere che qualcosa potesse cambiare perché vedeva in noi giovani motivati il futuro e la speranza. 

Lo scorso anno hai svolto servizio civile nell’ambito del progetto “Nessun diritto senza informazione” della Provincia di Salerno. Perché hai fatto questa scelta? E consiglieresti ad un giovane di svolgere servizio civile?
La mia scelta di svolgere un anno di servizio civile si inserisce sempre nella cornice del mio desiderio di dare alla società un contributo ai fini di un cambiamento della stessa, di un miglioramento: il progetto cui ho partecipato era un’ottima occasione per farlo perché il suo fine era perfettamente in linea con la mia convinzione che solo una società più informata, cosciente dei propri diritti e delle proprie possibilità, può crescere e migliorare. Fare qualcosa in tal senso attraverso si un’attività di volontariato, ma fortemente organizzata e strutturata dai responsabili del progetto è stato entusiasmante. Quanto ai miei coetanei, consiglierei di fare un’esperienza in tal senso perché, in una società 2.0, fatta di rapporti sempre più “virtuali”, filtrati dalla rete, è un modo per tornare alla “personalità” dei rapporti e per “investire” sul proprio futuro sia in termini esperienziali che formativi. 

Giovani e politica. Il beato Papa Giovanni diceva che "Il vero e retto fine dell' attività politica è il benessere materiale e spirituale della società, in modo che i diritti e i doveri siano da tutti rispettati e tutelati". Lo scenario politico attuale si pone in senso diametralmente opposto: mostra come gli attori principali sono “dinosauri” attaccati alle loro poltrone. C'è secondo te possibilità per i giovani di fare politica mettendosi a servizio della società e offrire una speranza a loro stessi, al loro futuro? Pensi che il tuo risultato sia un episodio o sintomo che c'è un reale vento di cambiamento?
Sì, penso fermamente che i giovani se vogliono possono. Dobbiamo spogliarci del nostro abito di vittimismo per la condizione economica e sociale del nostro Paese che poco ci offre in termini di speranze e cominciare a combattere per la costruzione del nostro futuro. Ormai adducciamo l’etichetta di bamboccioni per esimerci dalle nostre responsabilità di cittadini. La politica è un servizio civile e tutti noi siamo chiamati a svolgerlo, tutti. E noi giovani possiamo e dobbiamo spodestare quei dinosauri dalle loro poltrone: la garanzia del risultato viene dalla stanchezza della gente rispetto ad uno scenario politico che offre ormai solo spettacoli di terz’ordine e poco si interessa dei veri problemi della società. Il cambiamento è possibile perché voluto da tutti. Tocca ora a noi giovani prendere coscieza e rimboccarci le maniche mettendoci al servizio di quella società che fino ad ora abbiamo vissuto esclusivamente da parassiti non restituendole nulla: è arrivato il momento di dare!