“Cittadini 2.0: il vissuto partecipativo dei giovani”. Presentata a Roma la ricerca realizzata da Amesci

di Francesco Gentile

Borrelli: “La rete è intesa sempre più come un luogo nel quale declinare la propria voglia di cambiamento e non, come si è in passato sostenuto, un fattore di isolamento e di amplificazione dell’individualismo acritico e passivo”. (Francesco Enrico Gentile)

cittadini_2.0

Si è svolta oggi a Roma la presentazione della ricerca condotta da Amesci nell’ambito delle attività previste dal progetto “ Cittadini 2.0”, realizzata con il contributo del Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’incontro, che si è tenuto alla Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha visto la partecipazione di Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci e coordinatore del Progetto, dell’On. Marco Scurria, coordinatore PPE in Commissione Cultura del Parlamento Europeo, di Andrea Fantoma, Capo Dipartimento della Gioventù e del Prof. Mario Morcellini, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione de "La Sapienza " di Roma. L’indagine è stata presentata da Linda Manzone, dottoranda in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

La ricerca “Cittadini 2.0: Il vissuto partecipativo dei giovani” è la prima condotta in Italia sui giovani, la partecipazione e le connessioni esistenti tra la dimensione online ed off line dell’impegno civico, sociale, associativo. Dal monitoraggio compiuto su Facebook, il più diffuso tra i social network anche in Italia, si è rilevato che sono oltre 1.000 le pagine fan e i gruppi dei Forum dei giovani e dei punti Informagiovani, con una presenza di utenti di oltre 322.000 ragazzi. 

Dall’indagine condotta attraverso la survey on-line su tutti i profili dei Forum e degli Informagiovani risulta che il oltre il 40% degli intervistati sceglie di condividere le proprie esperienze e le proprie attività in Rete, alimentando un circuito di informazioni sempre più vasto e manifestando una spiccata volontà a “disseminare” il frutto del proprio impegno.

Mentre il rapporto Eurispes 2011 segnala che circa il 69% dei giovani tra i 18 e i 24 anni nutre sfiducia nelle Istituzioni, la ricerca “Cittadini 2.0: Il vissuto partecipativo dei giovani” presentata da Amesci ieri a Roma segnala che il Ministero della Gioventù, attraverso il proprio Dipartimento, è conosciuto dal 48% dei giovani italiani sottoposti all’indagine, indicando un chiaro segnale di attenzione ad un Ministero giovanissimo che usa linguaggi e strumenti di comunicazione partecipativi, ovvero 2.0.

“Questa ricerca mi ha colpito molto per l'innovazione che rappresenta. È un ottimo esempio di auto produzione giovanile.” Ha affermato il professor Morcellini. “Il dato che si evince è di dover considerare i giovani non più come utenti ma come cittadini. Solo così potremo capirne tutti di più e dare spazio all'energia di cambiamento che i giovani rappresentano.” Ha concluso Morcellini.

Andrea Fantoma, Capo Dipartimento della Gioventù ha ricordato l'intenso impegno del Ministro della Gioventù, sottolineandone lo sforzo sempre più intenso a mettere i giovani al centro dell'agenda politica del Paese.

L'onorevole Marco Scurria ha ribadito ''la sempre pressante necessità di associare a forme di impegno virtuale anche la mobilitazione fisica reale”. 

“I dati che emergono dalla ricerca- afferma Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci e coordinatore del progetto Cittadini 2.0 - ci confermano che esiste una generazione fortemente impegnata, che si prende in carico un pezzo di cambiamento della propria comunità riuscendo a conciliare bene la dimensione virtuale con quella reale dell’impegno e della partecipazione”. 

“La rete è intesa sempre più come un luogo nel quale declinare la propria voglia di cambiamento e non, come si è in passato sostenuto, un fattore di isolamento e di amplificazione dell’individualismo acritico e passivo” - conclude Borrelli.