Stop Aids: Keep the promise! Giornata mondiale per la lotta contro il virus dell'Aids

di Anna Laudati

Uno dicembre è la data simbolo che celebra la lotta all’AIDS (di Monica Scotti)

stop_aids.jpgEra il 1° dicembre del 1981 quando l’AIDS/HIV (Acquired Immune Deficiency Sindrome - Sindrome da Immunodeficienza Acquisita) fece la sua comparsa ufficiale nella letteratura medica: dietro  sintomi iniziali all’apparenza innocui, così simili a quelli della mononucleosi o di una semplice influenza (febbre, cefalea, eruzioni cutanee, sudorazione notturna, dolore ai linfonodi posti ai lati del collo e malessere generale) era stato identificato un nuovo morbo letale capace di compromettere il sistema immunitario di chi ne è affetto.

Ed è il 1° dicembre la data “simbolo” scelta per celebrare la Giornata mondiale per lotta contro questa terribile malattia. La ricorrenza, istituita nel 1998 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (Unaids), ha lo scopo, infatti, di sensibilizzare la comunità internazionale e i singoli individui al necessario impegno per la prevenzione e la cura dell’AIDS. Ogni anno sono diverse le iniziative trascinate dallo slogan “Stop Aids: keep the promise” (Fermare l’Aids: manteniamo la promessa), voluto dalla WAC (World Aids Campaign) a cui dal 2005 è stata demandata la responsabilità dell’organizzazione della Giornata, che vedono attivarsi associazioni e privati cittadini, uniti nello sforzo comune di informare e sensibilizzare: gazebo nelle piazze, conferenze, messaggi di speranza, chiarimenti sulle modalità di trasmissione del virus e sul test.

monica_1.jpgDagli anni 70, epoca in cui sono stati diagnosticati i primi casi isolati di contagio negli Stati Uniti e in numerose altre aree del mondo (Haiti, Africa ed Europa), ad oggi l’AIDS ha seminato un numero davvero impressionante di vittime. Solo in Italia dall’inizio dell’epidemia  al dicembre 2007 si sono registrati 58.400 casi di infezione, dei quali ben 35.300 hanno portato ad decesso dei malati.Secondo recenti studi, inoltre, ogni anno un numero significativo di giovani continua a contrarre l’HIV: oltre il 45% dei nuovi contagi viene riscontrato in persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni. Cambiano anche le percentuali sulle modalità del contagio: in drastico calo il numero di malati tossicodipendenti e in preoccupante aumento quello di chi ha contratto il virus per via sessuale (sia etero che omo/bisessuale) e degli stranieri. E’ significativo notare quanto disinformazione e bassa percezione del rischio continuino a mietere vittime a quasi 30 dalla scoperta “ufficiale” della malattia.

La situazione nei paesi in via di sviluppo è resa ancor più drammatica dall’impossibilità per moltissimi malati di avere accesso alle cure antiretrovirali necessarie per sopravvivere. In Africa sono milioni le persone che hanno contratto il virus. Si calcola che ogni giorno ne muoiono per AIDS più di 5.000. I primi a farne le spese sono stati gli abitanti dell’Africa centrale, mentre secondo gli ultimi dati la parte del continente più colpita è ora quella meridionale. Nell’area subsahariana, dove vive circa il 10% della popolazione mondiale, si trova il 70% dei sieropositivi o dei malati di AIDS: ogni minuto sono contagiate 10 persone, ogni giorno 12.000. Pesantissimo è il bilancio per i bambini: non si contano quelli rimasti orfani di madre o di entrambi i genitori, senza contare il rischio di contagio a cui sono esposti alla nascita. La maggior parte dei casi di Aids pediatrico è, infatti, dovuto alla trasmissione del virus da madre a figlio durante il parto, rischio quasi del tutto azzerato nei paesi industrializzati grazie a un adeguato trattamento farmacologico pre e post parto, ma che nelle zone più povere continua a mietere vittime. La Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids vuole ricordarci tutto questo: perché sempre più persone siano consapevoli dei rischi che corrono tanto da evitare il contagio e altrettanto consapevoli, in caso di malattia, delle cure che possono restituire loro una vita normale; perché non si perda la speranza; perché si mantenga una promessa.