“Napoli ritorni ad essere il luogo che i giovani scelgono per realizzare le loro passioni”: intervista ad Alessandra Clemente, Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli

di Francesco Gentile

Intervista al neo-Assessore alle politiche giovanili della Giunta De Magistris. (Francesco Enrico Gentile)

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Alessandra Clemente, 26 anni, da qualche giorno nella Giunta De Magistris  ti accoglie nella sua stanza a Palazzo S.Giacomo, sede dell’Amministrazione cittadina.

 

In una sala di stucchi, mobili antichi, arazzi emerge in tutta la sua genuina spontaneità il senso della sfida che una giovane 26enne, proveniente dal grande mondo dell’impegno antimafia, è chiamata a compiere.

Tra notebook, immagini di Nisida e i colori di una passionaria ventenne, ha luogo la conversazione che segue.

Primi giorni da Assessore. Quali sensazioni nel governare una delle città più grande del Mezzogiorno?
Il primo impegno che mi sono data è cominciare a ragionare su questa città non più solo come cittadina ma come amministratrice. Si tratta di completare  la passione, i modi in cui hai vissuto la città come cittadina con una visione della città come amministratrice.
C’è poi il grande entusiasmo di capire come, attraverso te, puoi dare ascolto alle esigenze di tanti.
Infine c’è la sensazione fortissima dell’imbarazzo. Proprio perché sono una ragazza così giovane e proprio perché sento il valore di questa esperienza appena iniziata c’è la voglia di non sbagliare, di essere appropriata ,di essere umile ma determinata.
Sento la responsabilità di una persona che è chiamata a fare di più, molto di più per la città, di dare forza alla verità delle cose che voglio realizzare per le politiche giovanili a Napoli.

Ha appena parlato della “verità” delle cose da realizzare, utilizzando un termine importante, soprattutto in termini di distanza, profonda, tra cittadini e Politica. Quale è la prima cosa che farà in assoluto, come Assessore?
La prima cosa che farò, utilizzando ogni tipo di progettualità e intervento, è rompere una distanza tra i diversi quartieri della città, distanza che si amplifica nei diversi modi di essere giovane.
Credo che ci siano almeno 5 modi di essere giovane in questa città, diversi modi di sentire i problemi.
Penso, ad esempio, alla precarizzazione delle esperienze lavorative  che coinvolgono una pluralità di soggetti: dal ragazzo del bar alla giovane parrucchiera passando per i giovani impegnati nella pratica professionale.
Potrei risponderle annunciando un evento o un progetto, concreto e immediato, intendo, però, lavorare su un orizzonte di lungo termine per declinare un impegno amministrativo che rompa le barriere e amalgami le diversità dei giovani napoletani.
Lavoro per un incontro delle dignità, delle nostre dignità. Bisogna ritornare a pensare a Napoli come il luogo che scegliamo per realizzare le nostre passioni. 

 A proposito di cose da fare. Lei eredità un lavoro importante, compiuto dal Consiglio Comunale della scorsa consiliatura, ovvero lo Statuto istitutivo del Forum dei Giovani. Quale sarà il suo impegno su questo versante?
Bisogna innanzitutto sapere quali sono le realtà che vivono questo forum come un impegno e una esigenza.
Si tratta di uno strumento importante ma dobbiamo sapere, proprio per il suo valore, che non può fallire né trasformarsi in un dispendio di risorse economiche e sociali.
La peculiarità delle mie deleghe, che accorpano le politiche giovanili con la creatività e l’innovazione, mi permettono di confrontarmi con tutte le realtà che si sentono partecipi e che vogliono essere protagoniste del Forum per capire, insieme, come possiamo declinarlo al meglio.
Penso quindi alla possibilità di realizzare le elezioni attraverso i servizi on-line del Comune e alla necessità di renderla anche un'ulteriore esperienza di de-materializzazione, in linea con la politica adottata da questa Giunta in tal senso.
Attraverso spot e i canali social del Comune, con una diffusione nei luoghi di aggregazione giovanile, i più disparati, vogliamo rendere le elezioni del Forum e la sua Istituzione un evento che coinvolga tutti i giovani napoletani.
Il Forum dovrà quindi rispondere a tutte le esigenze nuove che stanno permeando la città, penso ad un Forum che funzioni anche come Osservatorio , che stimoli i giovani ad essere, sempre di più, degli straordinari contenitori naturali di energia, creatività, innovazione.

Ci diceva prima,che ora ha mutato il suo osservatorio, affiancando alla sua visione di cittadina quella di amministratrice. Qual è, secondo lei, la prima, vera emergenza che vivono le ragazze e i ragazzi napoletani?
Penso che la prima vera emergenza sia la riduzione, drammatica, del senso di fiducia.
Mi spiego: si è incrinata una doppia fiducia, da un lato dei cittadini e dei giovani, verso le amministrazioni e dall’altro quella della città verso i giovani. Sento la mia nomina come un primo momento di ricostruzione della fiducia di cui parlavo un attimo fa.
C’è l’esigenza grande di far capire che per impegnarsi non è necessario appartenere ai “soliti giri”,e che le informazioni non arriveranno più ai soliti noti.
Penso, ad esempio, alla necessità di realizzare un censimento non solo delle associazioni, ma anche dei gruppi informali. Un censimento che sia trasparente, consultabile da tutti e che consenta  a me  e alla città di monitorare il lavoro svolto da tutti.
L’obiettivo è raccogliere quello che chiamo “impegno latente”, ovvero le tante realtà che vivono la città, lavorano per essa ma che, essendo poco visibili, rischiano di essere penalizzate. Mi riferisco ai gruppi informali, ai collettivi, alle tante realtà intermittenti di impegno giovanile.

Chi sono, secondo Lei, i giovani Napoletani?
Come ho già detto, i giovani napoletani sono dei contenitori naturali di creatività e innovazione. Perché questa energia esploda bisogna creare  un contesto che la valorizzi e la stimoli.
Occorre quindi garantire un accesso libero alle risorse, devi sapere cosa accade a livello  europeo, nazionale, regionale o provinciale.
E' fondamentale, ricostruire un clima di fiducia che rimuova il retro-pensiero secondo cui le cose le fanno sempre e soltanto i soliti noti, e ridurre quella mentalità della “delega”, secondo cui non è possibile mettersi in gioco in prima persona perchè c'è sempre qualcun altro prima di te.
Serve uno sforzo grande perché tutto questo si realizzi. L’assessorato alle politiche giovanili sarà una regia, a disposizione delle azioni di cambiamento della città.