Torino. 300 universitari. La "Contro-riforma"

di Anna Laudati

I tagli previsti dalla legge 133 e un buco in bilancio di 30 milioni di euro che svelano la realtà ben poco felice dell'università di Torino, sono stati i recenti motivi che hanno scatenato l’opposizione da parte 200 universitari all’avvio del nuovo anno accademico (di Bruna Caiazzo)

 

ondaanomala.jpgTorino, 2.02.2009 ore 10 . "Niente da festaggiare, niente da inaugurare", questo lo slogan impresso sullo striscione spiegato dall’ “Onda Anomala” torinese sul balcone del rettorato. La protesta anti-gelmini, partita con un corteo da Palazzo Nuovo si è mossa per l’intera città arrivando fin sotto le mura universitarie.

Ad attendere i manifestanti, un esercito formato da poliziotti e carabinieri, mobilitati dalla questura per impedire l'avvicinamento al luogo in cui si è tenuta la cerimonia presieduta dal rettore Pelizzetti.Lo scenario dentro il quale l'Onda si è trovata è stato quello della militarizzazione. E’ sembrato quasi essere ritornati al tanto decantato ’68 quando gruppi di studenti affollavano piazze e strade, protestando contro il loro primo nemico: “il sistema”.

All’epoca anche i poteri forti tacevano e quella che era  la  controparte, rappresentata dal corpo docente, si sentiva messa alle strette( tant è che proprio a Torino un professore si uccise). Oggi, ci si chiede se esiste o meno una continuità con quel passato. Probabilmente una risposta certa e netta non la si può avere ma ciò che di sicuro vige ancora è il desiderio di voler mantenere, da parte degli studenti, una posizione chiara sul proprio presente ma soprattutto sul proprio futuro.

Far presente al governo che le questioni non vanno accantonate, ma affrontate. Quest’ ultima manifestazione, infatti, è stata l’ennesima occasione per ribadire il loro ideale. La lotta studentesca non è fatta di speculazione  e di giochi di potere ma di obiettivi che mirano in primo luogo a far valere i propri diritti.Uno fra questi, sicuramente quello di poter usufruire di un' università che conceda spazi di libertà agli studenti, che permetta la costruzione di un sapere e che dia gli strumenti adatti per poter  crescere professionalmente.

Dopo questa giornata, dopo un intero autunno  fatto di occupazioni, assemblee e cortei ci si attende qualcosa in più, un qualcosa che non sia ancora una volta una falsa speranza.