Caso Guidonia. "Occorre una legge anti-stupro"

di Anna Laudati

Lo stupro è un delitto che assassina la vita e porta via per sempre l’amore. Valentina si è suicidata dopo essere stata stuprata a Milano sei anni fa. I suoi aguzzini? Liberi cittadini italiani (di Giuseppina Ascione e Anna Laudati)

valentina_cavalli.jpgValentina aveva 22 anni quando a Milano, in una sera d’estate del 2002, fu stuprata da tre coetanei. Anche lei come la ragazza di Guidonia si era appartata con il fidanzato. Anche il suo ragazzo era stato picchiato e immobilizzato. Anche lui come il giovane di Guidonia fu costretto ad assistere alla violenza sulla fidanzata. Anche in quel caso i tre aggressori poiché incensurati non hanno scontato alcuna pena. (foto Corriere.it)

Valentina si è tolta la vita sei mesi fa, a sei anni da quella notte, nell’appartamento di Torino dove si era rifugiata per dimenticare Milano, per ricostruire una vita ormai andata. Valentina non ha mai ricevuto le scuse dei suoi tre esecutori ed è morta di un’agonia durata sei anni. Tutto ciò deve far riflettere il Governo italiano: “Occorre una legge antistupro”.

Dagli ultimi fatti di cronaca emerge un dato allarmante: sono sempre di più le donne, anche giovanissime, che vengono stuprate e violentate. Solo alla Mangiagalli di Milano una vittima al giorno. In un anno a quello sportello si registrano 349 vittime.

 

Ha destato molto clamore la vicenda della ventenne stuprata la notte di Capodanno alla Fiera di Roma da un suo coetaneo che, dopo pochi giorni in carcere, è stato mandato agli arresti domiciliari. I genitori della giovane e larga parte della classe politica si dichiarano offesi da un simile comportamento da parte della magistratura, gli amici e i conoscenti del ragazzo parlano di un errore, di una bravata commessa a causa dello stato d’ebbrezza in cui versava il giovane.

 

E’ di pochi giorni fa la triste notizia della ragazza violentata dal “branco”, cinque uomini. La giovane, come Valentina, si trovava in compagnia del fidanzato che è stato malmenato e rinchiuso nel bagagliaio dell’auto.  I genitori dei due ragazzi hanno inviato una lettera al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in cui si legge : «Vogliamo giustizia e non vorremmo essere abbandonati, da soli, con il nostro dolore. È un grande il dolore che ci accompagna da quel maledetto giovedì notte in cui i nostri cuori sono stati spezzati così come la vita dei nostri figli». E più avanti: «Vogliamo che le istituzioni prendano provvedimenti affinché ciò che è accaduto non succeda più.

 

Vogliamo che il legislatore cambi le leggi perché questi reati vengano puniti più severamente. Vogliamo che chi ha sbagliato abbia una pena esemplare, non vogliamo essere abbandonati». In questi giorni sono stati effettuati i primi fermi ai danni di un gruppo di sei romeni, accusati di essere gli autori di tale brutalità. Le indagini stanno proseguendo e il Presidente del Senato, Renato Schifani, in una recente intervista ha dichiarato: «Mi auguro che discutendo il pacchetto sicurezza si possa aprire un dibattito sul fenomeno del branco» contro il quale «servono sanzioni deterrenti».

Ma perché tanti uomini sono spinti a compiere gesti di tale brutalità? Quante sono, oggi le donne che subiscono o che hanno subito violenze? E chi i principali fautori? Stefania Bertoccetti, Presidente di Telefono Donna, un’associazione che da anni si occupa di aiutare le donne che hanno subito o subiscono continuamente violenze spiega:  “i dati che riguardano gli stupri sono l’indice di una società malata. Seppur in calo rispetto agli anni precedenti, stupri e violenze sulle donne stanno diventando sempre più un dato di cronaca allarmante. Quello che preoccupa è che ad aumentare siano gli stupri compiuti sulle donne dai propri partner (circa il 40%) e dagli estranei (20%)”. Una donna stuprata e violentata subisce una violenza non solo fisica ma anche morale, dalla quale difficilmente riesce a venir fuori.

Le donne che hanno subito uno stupro vivranno per sempre con un’ombra nella propria vita, ed è per questo che associazioni e servizi come Telefono Donna sono fondamentali per un supporto psicologico e morale. “Circa il 31% delle donne tra i 16 e i 40 anni è stata vittima di una violenza – continua la Bartoccetti – il vero dramma è che sono pochissime coloro che denunciano, per questo anche i dati a nostra disposizione spesso risultano falsati. Noi di Telefono Donna invitiamo le donne a denunciare gli uomini che le fanno del male, il nostro telefono è sempre attivo per raccogliere denunce e per aiutare tutte quelle donne in difficoltà”.

Siamo di fronte ai sintomi di una società malata che vede nella violenza un diversivo contro la monotonia. Ma un paese in cui “certi” uomini non rispettano e non salvaguardano le proprie donne, può definirsi un paese degno dell’aggettivo “civilizzato”?