Scuola, Falco (StudiCentro): "Soluzione solo se soggetti interessati dalla legge faranno passo indietro da proprie posizioni ideologiche"

di Katia Tulipano

10703506_907073345988942_4571032943758469369_nDa oggi fino a mercoledì la Camera esaminerà il provvedimento che mira a riformare la scuola italiana (Katia Tulipano)

 

L’Aula, prima di sospendere le votazioni per permettere ai parlamentari di partecipare ad un incontro con gli operatori del settore in corso a piazza del Pantheon a Roma, ha già approvato l’art. 1. “Finalmente si potrà dare piena attuazione all’autonomia della scuola” commenta il Ministro Giannini con un tweet. Ma cosa prevede questa riforma? E perché viene tanto contestata? Ce lo spiega in questa intervista a SCMagazine Virgilio Falco, Presidente Nazionale StudiCentro.

Quali sono i punti essenziali del ddl che si sta votando in queste ore in Parlamento?
Con questo provvedimento il governo Renzi ed in particolare il ministro Giannini hanno immaginato di realizzare una riforma organica della scuola utilizzando principalmente lo strumento del dialogo con i soggetti interessati messo attivato attraverso una consultazione che, negli scorsi mesi, ha coinvolto 1.800.000 soggetti raccogliendo proposte, suggerimenti e critiche. Da lì ne è nato un testo di legge che rafforza il concetto di autonomia scolastica, introduce l’alternanza scuola-lavoro per gli studenti delle scuole superiori, dota la scuola dell’organico funzionale assumendo circa 100.000 precari, rafforza il ruolo del dirigente scolastico e digitalizza (rendendo più trasparente) alcuni passaggi che nella scuola erano affidati ancora alla carta.

Perché allora viene fortemente contestato?
Non vi è mai stata riforma della scuola (e ce ne sono state tante negli anni!) che non ha incontrato contestazioni e manifestazioni.
Il sindacato e i professori contestano principalmente il dato delle assunzioni che non ritengono sufficienti, ma c’è da dire che abolendo le graduatorie tra i precari il sindacato perde un potere gestionale che prima aveva, senza poi dimenticare che hanno appena accusato il colpo del dimezzamento dei permessi sindacali previsto da una recente circolare del ministro Madia. Gli studenti si sono spaccati, ma di sicuro la contestazione studentesca odierna non si avvicina alle affluenze oceaniche delle manifestazioni dell’epoca Moratti e Gelmini ne a quelle dell’ “onda studentesca”.

Ieri, insieme ad altri rappresentanti dell'associazionismo studentesco, hai incontrato a Palazzo Chigi esponenti del Governo: quale la posizione espressa da StudiCentro?
Noi siamo molto soddisfatti del dialogo che abbiamo avuto con il Ministero dell’Istruzione e con il Governo. Ai ministri Giannini, Boschi e Madia abbiamo dato una generale valutazione positiva del provvedimento che finalmente investe 4 miliardi di euro nella scuola, apre le porte delle istituzioni scolastiche al merito, alla valutazione e ai privati innovando anche le materie, introducendo elementi di economia finanziaria e l’educazione ambientale, ma allo stesso tempo abbiamo stigmatizzato l’assenza di approfondimento sul diritto allo studio e la mancata introduzione della Carta dello Studente. Speriamo che in queste ore il testo possa essere migliorato in Parlamento.

Cosa ne pensi di Renzi alla lavagna che spiega la Riforma?
Renzi ha dovuto utilizzare strumenti comunicativi forti nel momento in cui i sindacati avevano minacciato qualcosa di scellerato: il blocco degli scrutini. Credo che il presidente del Consiglio si sia mosso in questa direzione per parlare direttamente con i cittadini spiegando bene i capisaldi della riforma, che erano stati messi in secondo piano dopo le proteste.

Quale potrebbe essere secondo te il punto d'incontro tra Governo-sindacati-studenti per far si che si arrivi ad un testo condivisibile?
Credo che per giungere ad una soluzione tutti i soggetti interessati dalla legge debbano fare un passo indietro da posizioni ideologiche, cercando di immaginare una scuola del terzo millennio che formi preparati e capaci cittadini di oggi e del domani.