Teatro ai giovani: l'esperienza di una giovane attrice amatoriale

di Anna Laudati
In una società sempre più veloce e distratta l’esperienza del teatro ci riporta a una visione che sa di arcaico e magico. Volenterosa e tenace: queste le prime qualità che si scorgono nel parlare con la giovane Michela Chiuchiolo  (di Gianfranco Mingione)

maschera.jpgNobile e antica forma d’arte, il teatro ha attraversato nel corso dei secoli tutte le trasformazioni della società: i suoi vizi, le sue virtù, le storie di principi e sovrani, giullari e amori impossibili. Il teatro non smette mai di stupire il suo pubblico e cerca di trovare anche oggi, nella società dei mass media, un suo spazio e un suo perché. Con Michela riflettiamo soprattutto sull’importanza del teatro di trasmettere valori ai giovani e di quanto questi ultimi non possano che trarne preziosi vantaggi dall’essere spettatori se non attori scendendo in prima linea e calandosi nei panni di un personaggio.

Quando e perché nasce la tua passione verso il teatro amatoriale? Sin dall’età di dieci anni ho iniziato a suonare il violino, uno strumento che mi ha accompagnato nella mia crescita umana e culturale per tutta l’adolescenza. È stato proprio in questi anni, gli anni dell’adolescenza, che ho vissuto uno dei periodi artistici più belli della mia vita: un periodo che si è poi ripresentato circa 2 anni fa grazie alla scoperta del teatro amatoriale.

Chi è l'attore per una giovane artista come te? E quanto è importante, oggi, il teatro? Purtroppo il significato e l’importanza dell’attore teatrale rispetto a come oggi può emergere quello cinematografico è cambiato, così come il modo di vedere il senso primario ed originario del teatro. L’attore vive lo spazio scenico come un luogo del mutamento continuo che ha come ingrediente fondamentale la voglia di divertirsi, di appassionarsi e di vivere sulla propria pelle una forma d’arte fatta di studio, preparazione e improvvisazione. Il teatro amatoriale, così come il teatro in generale, può essere, dovrebbe essere, un’ulteriore prospettiva per andare oltre la banalità spesso soffocante del piccolo schermo e proporsi come un “altro” point of vue con l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura dei testi d’ispirazione popolare e classica. Come affermava Antonin Artaud, “il teatro non è quella parata scenica in cui si sviluppa virtualmente o simbolicamente un mito, ma –prosegue Artaud – è quel crogiuolo di fuoco e di carne vera ove anatomicamente si rifanno i corpi”. Sono certa che vivere l’esperienza teatrale in prima persona, ma anche come spettatore, è importante sia per comprendere meglio gli avvenimenti che la vita ci riserva giorno dopo giorno, sia per arricchire l’animo umano in istintività e naturalezza.

Quali valori l'arte in generale, ma nello specifico il teatro, può trasmettere alle giovani generazioni? Cosa diresti ad un giovane per avvicinarlo al teatro? Ho sempre pensato che la determinazione in una scelta di vita accompagnata dalla passione prima o poi venga appagata. Credo che il teatro, così come la musica e la danza, sia un valido strumento di promozione culturale e di relazioni umane. Ti dà la possibilità di fermarti a pensare. La fase delle prove è centrale, poi si continua in ogni spettacolo a migliorare l’interpretazione e a catturare ogni volta il calore e l’entusiasmo dal pubblico per il pubblico. Ma cosa altrettanto fondamentale è che ti fa sentire parte integrante di un gruppo di persone che sono in grado di trasmetterti giorno per giorno la voglia di accrescere le proprie esperienze di vita. Il mio augurio è per tutti coloro i quali sentono il bisogno di dare vita alla propria arte, facendo emergere la propria anima. Anche se è difficile saper ascoltare i propri desideri, è importante nella vita non demordere mai e credere sempre che la speranza possa esaudire i nostri sogni.