Facebook. "Allarme giovani : Suicidi 3.0"

di Anna Laudati

Napoli. Carlo nel messaggio che aveva lasciato sulla sua pagina di Facebook  aveva scritto: “Addio a questo mondo crudele!”. Non è il primo caso e non sarà l'ultimo se ... (di Bruna Caiazzo)

20091010_carlo1.jpgUna volta chi sfidava la morte, lo faceva seduto su una sedia a dettare parole scritte su un foglio di carta. Oggi invece si scopre come anche i social network possono diventare lo strumento per lanciare un ultimo grido nei confronti di un mondo che per alcuni, spesso i più giovani, può diventare stretto. Con il Web si può fare proprio di tutto, anche suicidarsi. Ultimo caso, qualche giorno fa, quello di Carlo 15enne napoletano che  tre giorni prima del tragico evento  aveva scritto sulla sua bacheca di FB frasi del tipo "Sto arrivando all'aldilà", come se fosse stata una sorta di conto alla rovescia. Poi qualche momento prima della sua morte  è stato visualizzato l’ultimo sconcertante messaggio: “Addio a questo mondo crudele”. Carlo, aveva trovato l’unico, l'ultimo momento di socialità in facebook, sperava che almeno in questo suo “spazio” qualcuno lo ascoltasse.

Ma se il mondo reale  è sordo e cieco davanti alle continue richieste di aiuto, come si può sperare che non lo sia anche quello virtuale?  Un'altro caso è quello di Paul Zolezzi, affermato modello trentenne, che nel febbraio scorso annunciò il suo addio sulla rete; poi c'è il suicidio messo in atto da un 19enne ragazzo americano che, in Florida, si è ucciso davanti alle webcam della famosa e seguitissima Justin TV. Secondo la polizia di Miami, Abramh k. Biggs, questo il nome del ragazzo, avrebbe ingerito delle pillole mentre "dialogava" con i tanti spettatori collegati. Avvertiti poco prima del gesto che avrebbe compiuto,  Abramh li avrebbe invitati peraltro a rimanere in linea per non perdersi neanche un momento dello spettacolo. Abraham K Biggs, si aggiunge così alla lista dei tanti utenti che si sono lasciati morire davanti alle telecamere e al Web o che hanno lasciato messaggi sui forum e le chat per annunciare il loro proposito. Il Time on line ha stimato che solo in Inghilterra, dal 2001, sono stati 17 i suicidi comunicati sul Web. Il rapporto “Child and teenage suicide in Europe” rivela che le cause che spingono i giovani al gesto estremo sono individuate nella mancanza di sicurezza, d’identità, in rapporto ai cambiamenti repentini della società, nonché a causa dell’angoscia per il futuro.

Alcune volte capita addirittura che i giovani si suicidino nella ricerca di immortalità su Internet. Ecco perché la chiesa cattolica britannica, recentemente,  ha dichiarato guerra a Facebook e MySpace: per Vincent Nichols, arcivescovo di Westminter e primate d'Inghilterra e Galles, l'abuso di questi strumenti crea relazioni sempre piu' superficiali, in cui il numero degli amici e' piu' importante della qualita' delle relazione. E' possibile che queste lanciate sul web forse sono solamente  richieste di aiuto? Intanto si continua a replicare il doppiamente folle gesto.