Informazione e democrazia: work in progress

di Anna Laudati
Nascono gli “Infonauti”, la nuova generazioni di cittadini impegnati (di Francesco Enrico Gentile) 

internet.jpgMarc Prensky li ha definiti “nativi digitali”. Sono gli  utenti della  Rete, di età compresa tra i 15 e i 34 anni, a prevalenza maschile,  il target di riferimento della ennesima rivoluzione legata all’utilizzo di internet. Dopo aver modificato prima la comunicazione, poi i metodi tradizionali di produzione della conoscenza e con i Social Network anche il modo di gestire e sviluppare le relazioni interpersonali, il World Wide Web si appresta a incidere pesantemente, e in meglio, sulla diffusione dell’informazione.

Dai dati dell’indagine Demos Coop emergono una serie di dati che rendono sempre più evidente come i media tradizionali, a partire dalla carta stampata fino ad arrivare a “mamma televisione”, siano considerati sempre più come parziali e limitati strumenti di informazioni. Il ruolo passivo che i tradizionali strumenti impongono, passivo e silente, è sempre più evidentemente in contrasto con un dinamismo dei fruitori del Web. Sempre più impegnati e sempre meno inclini ad essere meri ricettori di informazioni e notizie. Lo zoccolo duro di questa nuova categoria di cittadini-lettori si trova, com’era prevedibile, nei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, dove secondo l’indagine circa il 74% usa la rete per finalità informative. Il 63% si trova invece nella fascia di età 24-34 anni fino  a giungere al 7% degli over 65 anni. La nascita di quelli che, utilizzando un neologismo potremmo definire “infonauta” determina innovazione in ordine non solo all’uso dello strumento tecnologico ma anche nel modo di intendere le stesse informazioni.

Le notizie sono sempre meno “recepite”integralmente, quasi come fossero totem intoccabili, ma sono discusse, analizzate, talvolta contestate nelle agorà democratiche virtuali, forum e non solo. C’e’ sempre più un’interazione con l’informazione stessa, attraverso un processo definibile di costruzione di una coscienza, individuale e collettiva, determinata in maniera autonoma, senza filtri tradizionali e intoccabili. La domanda che ci si pone è: siamo in presenza di una trasformazione complessiva anche del ruolo dei cittadini rispetto alla comunità e alle sue dinamiche oppure è una semplice innovazione tecnologica frutto della riduzione sempre più rapida del digital divide? La tendenza sembra essere positiva a giudicare anche dal grado di diffusione, sempre più ampio, di siti internet e blog che offrono le notizie che poi diventano, molto spesso, stimoli di partecipazione e mobilitazione. Pare stia crescendo una nuova generazione impegnata. La sfida è saperne coglierne le parole d’ordine e sfruttarne le positive energie, rinnovando non solo la democrazia ma lo stesso sistema dei media, rendendolo sempre più conforme alla spinta di cambiamento prodotta dalle giovani generazioni.