Referendum del 12 e 13 giugno: difficile il voto per i volontari del servizio civile all'estero

di Anna Laudati

Nel decreto legge del Governo non è prevista la possibilità per i volontari all'estero di votare per corrispondenza. Le opposizioni presenteranno probabilmente durante la discussione in Senato degli emendamenti ad hoc. (Daniele Santuliana)

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È stato licenziato lo scorso 3 maggio dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato il Decreto legge del Governo che regola le modalità di voto per i prossimi referendum del 12 e 13 giugno. Nel decreto è prevista la possibilità di esprimersi tramite invio del voto per corrispondenza soltanto per gli appartenenti alle Forze armate e di polizia, i dipendenti di amministrazioni dello Stato, professori e ricercatori universitari. Escluse altre categorie, fra cui i volontari in servizio civile.

Un gruppo di tredici senatori del Partito Democratico, in testa Stefano Ceccanti, avevano presentato lo scorso aprile in Commissione un emendamento che puntava a garantire la possibilità di esprimere una preferenza anche a «volontari e personale di organizzazioni non governative» operanti all'estero. Gli emendamenti, successivamente ritirati, potranno essere riproposti ora che il Decreto legge verrà portato all'attenzione dell'Aula.

Lo stesso 3 maggio l'on. Franco Narducci, deputato del PD eletto all'estero e membro della III Commissione (Affari esteri e comunitari), ha presentato al ministro Franco Frattini un'interrogazione sullo stesso argomento. Nell'interrogazione si chiedeva di garantire l'esercizio del diritto di voto a volontari e cooperanti all'estero.

A motivare la sua richiesta, ha detto Narducci, anche considerazioni di carattere economico: la legge n.64 del 2001 (che, come rileva Esseciblog, Narducci estende però erroneamente ai cooperanti oltre che ai volontari del Servizio Civile) garantirebbe infatti ai volontari del SCN il rimborso delle spese di viaggio sostenute per esercitare il diritto di voto. Permettere di esercitare il diritto di voto per corrispondenza, rappresenterebbe dunque per lo stesso Stato italiano un risparmio quantificabile in svariati milioni di euro. 

Il Decreto legge del governo che regola le modalità di voto:  Decreto. L'emendamento proposto in Commissione Affari Costituzionali del Senato da un gruppo di senatori del Partito Democratico:  Emendamento. L'interrogazione dell'on. Narducci presentata lo scorso 3 maggio: Interrogazione.