UNSC: Parte la formazione congiunta con il Ministero della Difesa

di Gianfranco Mingione - Daniele Santuliana

Una convenzione che permetterà al personale degli Enti di servizio civile di partecipare ai corsi organizzati dall'Esercito sulle tematiche esistenti nelle aree post-conflitto. Sorpresa e disaccordo sull’iniziativa da parte del Comitato DCNAN. Critico anche Palazzini, che apre però al confronto: «Corretto che si attivino relazioni anche con esperienze che fanno i militari». (Gianfranco Mingione e Daniele Santuliana)

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L'obiettivo dell'accordo - recita il comunicato dell'UNSC - è quello di «aprire un dialogo e possibilmente creare sinergie sui teatri operativi tra la componente militare, in grado di fornire un maggiore apporto scientifico-tecnologico e della sicurezza dei luoghi, e quella civile, che incontra meno difficoltà nel colloquiare con le popolazioni e la società civile, entrambi elementi indispensabili per il raggiungimento dei comuni obiettivi di pacificazione».

Come partecipare? I corsi si svolgeranno a partire dall'autunno prossimo presso la Scuola di Applicazione e l'Istituto di Studi Militari dell'Esercito di Torino. Gli enti interessati avranno tempo fino al 19 agosto per far pervenire all'indirizzo mail del Comitato di difesa civile non armata e nonviolenta (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) le candidature dei propri collaboratori.

La selezione. L'UNSC effettuerà una prima valutazione dei curriculum pervenuti, comunicando a coloro che fossero ritenuti idonei la possibilità di inviare la domanda di partecipazione vera e propria. Questa dovrà poi essere inoltrata entro il 30 settembre direttamente al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito - Centro Studi Post Conflict Operations di Torino. Tutte le informazioni ed il facsimile dei moduli da inoltrare sono disponibili sul sito web dell'UNSC.

scuola_EsercitoLa didattica del corso. «Il corso - recitano i documenti - si prefigge lo scopo di accrescere la preparazione tecnico-professionale dei frequentatori per una migliore comprensione dei complessi e articolati processi/attività multifunzionali tipici delle operazioni post-conflittuali di stabilizzazione e ricostruzione, promuovendo altresì la cultura della cooperazione tra tutti gli attori che operano a vario titolo in contesti di crisi internazionali».
Lo svolgimento del corso prevede un articolazione su 3 moduli. Durante il primo, dal titolo “The current geo-strategic scenario”, verrà esaminata in generale l’evoluzione dell’attuale scenario geo-strategico internazionale e approfondite specifiche aree di interesse. Il secondo modulo, “S&R determining elements and activities”, si pone l'obiettivo di fornire ai frequentatori gli elementi conoscitivi necessari a comprendere: gli attori e le strategie in scenari S&R (stabilizzazione e ricostruzione); la prospettiva italiana nelle operazioni di S&R; le sfide che si presentano operando negli scenari S&R; i fattori determinanti e le attività di implementazione nelle operazioni S&R. L'ultimo modulo prevede invece una serie di attività pratiche: ai frequentanti sarà data la possibilità di sperimentare alcune tecniche di negoziazione al fine di poter meglio operare nell’ambito di strutture multinazionali e organizzazioni internazionali nelle complesse attività di S&R.

La reazione sorpresa del Comitato DCNAN (Difesa civile non armata e nonviolenta). «Io ed altri membri del Comitato siamo stati colti di sorpresa da questa iniziativa, sulla quale non siamo stati interpellati e che riteniamo sbagliata». Questa la reazione di Giovanni Grandi, interpellato da Esseciblog, membro del Comitato DCNAN ed esperto di servizio civile per il Comune di Padova: «Crediamo che occorra riconoscere il valore e la reciprocità della cultura nonviolenta, e non tornare ad una logica di subalternità rispetto a quella militare, anche perché negli interventi nel post-conflitto l'incisività dell'azione civile non armata è da tempo riconosciuta più efficace di quella militare dallo stesso Ministero della Difesa».

L'apertura di Palazzini. Una posizione critica su questa iniziativa formativa è stata espressa anche da Licio Palazzini, presidente della Consulta Nazionale per il servizio civile, che apre però al confronto con i militari: Neanche la Consulta nazionale è stata informata - afferma Palazzini ad Esseciblog - ma a me pare che, nell'ambito di dare attuazione finalmente a passi concreti in direzione di un servizio civile che valorizzi la sua identità di promozione della pace e di difesa non armata e nonviolenta, nel mentre parte la sperimentazione nei Balcani, sia corretto che si attivino relazioni anche con esperienze che fanno i militari, senza per questo fare proprie le loro posizioni. Possiamo acquisire notizie e mettere alla prova le nostre opinioni». Anche Corrado Castobello, uno dei quattro rappresentanti nazionali, esprime un parere vicino a quello del presidente Palazzini, sottolineando però che «dovrebbero essere i professionisti della DCNAN a dare lezioni al mondo militare e non il contrario».

(Immagine: Wikipedia)