Servizio civile. Regioni e province autonome si accordano per criteri più equi nella ripartizione dei volontari

di Daniele Santuliana

I nuovi criteri non si attengono più unicamente a quello utilizzato per la distribuzione del Fondo nazionale per le politiche sociali. Ora si terrà conto anche delle necessità espresse dalle singole regioni. (Daniele Santuliana)

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Esseciblog dà notizia del nuovo accordo intercorso fra Regioni e Province autonome per la ripartizione dei volontari del servizio civile nazionale. Ora pare che Regioni e Province autonome abbiano trovato un nuovo accordo che tenta di conciliare le varie esigenze. In ballo le posizioni da volontario da mettere a bando fra settembre e ottobre prossimi. I nuovi criteri non si attengono più unicamente al Fondo nazionale per le politiche sociali, ma inseriscono dei correttivi che tengono conto della maggior richiesta di volontari in alcune regioni.

Esseciblog pubblica una tabella con la nuova a confronto con quella stabilita ripartizione dei volontari, messa lo scorso giugno e con quella del 2010 . Da questa si evince come i “sacrifici” imposti alle regioni meridionali diventino molto più sostenibili. La Sicilia perde poco più del 10% dei suoi volontari rispetto al 2010 (più o meno quanti ne guadagna la Lombardia), il contingente campano cresce invece di 23 unità. Come ricorda Esseciblog, la tabella fa riferimento ai 8.464 posti da volontario che verranno inseriti nei bandi regionali.

I criteri stabiliti dalla Commissione Politiche sociali della Conferenza Stato – Regioni per la ripartizione dei volontari avevano suscitato lo scorso giugno un vespaio di polemiche. A prendersela a male erano state in particolare le regioni del Sud Italia che avevano visto il numero dei volontari assegnati calare drasticamente. Due dati su tutti: dimezzati i volontari in Sicilia, inferiori del 20% in Campania. A guadagnarci erano state invece le regioni del Nord, in particolare la Lombardia, che aveva visto il proprio contingente crescere del 26%. Non erano mancate le reazioni politiche, con una dura presa di posizione del senatore messinese Gianpiero d'Alia.