Giovani 2a Generazione: bene la sentenza di Milano, avanti così

di Francesco Gentile

Anolf Giovani Napoli racconta a ServizioCivileMagazine lo stato dell’integrazione nel nostro Paese, e guarda alla Sentenza di Milano come un primo passo importante. (Francesco Enrico Gentile)

fakir_mohammed Fakir Mohammed ha 21 anni, vive a Napoli ed è portavoce di Anolf “Giovani di 2° Generazione “Napoli, coordinamento di giovani figli d'immigrati originari di varie etnie e continenti come Africa, Asia, Europa e America Latina. Da anni impegnati per il riconoscimento della cittadinanza, espone a ServizioCivileMagazine in seguito alla famosa sentenza del Tribunale di Milano.

Che ne pensi della Sentenza del Tribunale di Milano di considerare legittima la richiesta di un giovane pachistano di partecipare al Servizio Civile Nazionale?
Quando mi sono svegliato quella mattina e ho letto la notizia della Sentenza del Tribunale di Milano a primo impatto mi sono meravigliato molto ,perché le belle notizie per noi 2° generazione Italia sono diventate rare. Sono molti i giovani di “2g “che aspirano a partecipare allo sviluppo dell’Italia  e di svolgere attività che ci fanno sentire utili alla società , ma sono le leggi del Paese stesso che ci impediscono di farlo con facilità. Molte volte sentivo i miei compagni Italiani che mi raccontavano delle loro esperienze nel servizio civile e da subito la vidi come una cosa interessante . Purtroppo nel momento in cui ho deciso di partecipare, anche io trovai quell'ostacolo fastidioso, ovvero chiedevano tra i requisiti anche la cittadinanza italiana che io,nonostante abiti da 14 anni in Italia, non ho ancora .Ma non si parla solo di questo diritto che ci viene negato: non posso fare nemmeno concorsi pubblici , non posso ,non posso fare il militare e altro ancora. La negazione di tanti diritti per una generazione che conta un milione di giovani (messi insieme siamo la quinta città italiana, n.d.r) fa riflettere molto e il caso del ragazzo pakistano ne è la testimonianza viva e io mi azzardo anche a dire che sicuramente si respira aria di un cambiamento.

Qual è lo stato dell’integrazione nel nostro Paese secondo te?
La situazione attualmente è ferma perché la politica ci vede ancora come un fenomeno di passaggio, così come vedevano i nostri genitori. Non hanno ancora capito che noi siamo una realtà stabile in questo Paese.

Magari quando ero più piccolo e vivevo sotto la tutela dei miei genitori sentivo un pò meno questi problemi , ma ora li vivo al 100% sulla mia pelle. I giovani di 2^g non vivono con gli stessi diritti dei loro coetanei italiani con i quali condividono la stessa lingua ,le stesse ambizioni , la stessa cultura ,gli stessi hobby e anche gli stessi sogni . Quest'ultimi alcune volte li dobbiamo scartare dall'inizio .Insomma noi siamo degli italiani con il permesso di soggiorno!

Cosa pensi debba fare il Ministro Riccardi per favorire elementi di integrazione e dialogo interculturale?
Anzitutto bisogna rivedere la legge 91 del 992 sulla cittadinanza che sicuramente non è più adeguata alla realtà dei nostri giorni, perché il fenomeno ha subito un radicale cambiamento visibile agli occhi di tutti. Basti pensare che ultimamente c'è un forte interesse da parte dei mass-media nei confronti di questo fenomeno che prima era poco preso in considerazione.

Pensi che l’Italia e soprattutto le giovani generazioni italiane siano pronte alla svolta storica del conferimento della cittadinanza in virtù dello Ius Soli?
L'Italia è pronta , deve essere pronta. C'è  una proposta di legge in Parlamento sulla quale si sta ancora discutendo per la riforma della legge sulla cittadinanza , "la SARUBBI -GRANATA " . Questa proposta di legge parla di uno “Ius –soli” temperato che sicuramente è la più adeguata e interessante. Nel mondo il nostro Paese è conosciuto per la solarità delle persone e della loro accoglienza: uno Stato deve rispecchiare la sua società! Inoltre ha solo da guadagnarci anche per lo sviluppo economico ,sociale e politico del paese.Stiamo parlando della negazione di un diritto scontato perché noi siamo già Italiani, di fatto!