“Partecipazione sociale dei giovani e servizio civile universale”: presentata l’indagine del “Rapporto giovani”

di Katia Tulipano

2392356895_b2ed640bec_oLo studio promosso dall’Istituto Giuseppe Toniolo fotografa i giovani italiani pronti all’impegno civico e sociale (Katia Tulipano)

Ai giovani del nostro Paese il Servizio Civile Universale di Renzi piace, e anche molto. Lo considerano arricchente per sé stessi e un forte segnale di riconoscimento che si fa qualcosa per la comunità. A dirlo è l’indagine del “Rapporto Giovani” promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo condotta su un campione di 1.783 persone rappresentativa su scala nazionale dei giovani tra i 19 e i 30 anni presentata nei giorni scorsi a Palazzo Chigi.

“Negli ultimi anni nei giovani è aumentata la consapevolezza che il successo professionale non dipende solo dal titolo di studio, ma anche da competenze che si acquisiscono fuori dalle mura scolastiche mettendosi direttamente alla prova con la realtà lavorativa e sociale. Questi motivi, assieme al desiderio di riconoscimento sociale e al senso di appartenenza comunitaria, hanno fatto crescere negli ultimi anni l’attenzione dei giovani verso attività di volontariato e di servizio civile” ad affermarlo il prof. Alessandro Rosina, tra i curatori dell’Indagine.

Secondo il Prof. Rosina “l’impressione è che in Italia ci sia una ampia domanda di partecipazione sociale dei giovani che non ha finora trovato adeguati strumenti di valorizzazione. I dati della ricerca dal titolo «Partecipazione sociale dei giovani e servizio civile universale» condotta a fine 2014 confermano ulteriormente questa impressione arricchendo il quadro in relazione anche alle nuove proposte del Governo, in particolare al ‘Servizio civile universale’”. Il 79,5% dei giovani italiani valuta infatti favorevolmente questa esperienza. Pur essendo attualmente poco conosciuto (meno del 10% lo conosce bene ed il 35% ne ha sentito parlare) dallo studio emerge una particolare attenzione al valore di crescita, formativo e attivante. Gli aspetti considerati più importanti sono quello di “aiutare i giovani a crescere come persone” (96%), seguito dall’”arricchire le competenze utili per la vita sociale e lavorativa (95%) e dall’incentivare la formazione di “cittadini attivi e intraprendenti” (94,3%).

Il valore dell’impegno civico e sociale è maggiormente riconosciuto dalle donne e nell’Italia centrale. Le differenze emergono soprattutto quando ci si focalizza su chi risponde “molto”. In tal caso i primi tre aspetti apprezzati nelle diverse ripartizioni geografiche risultano essere: al NORD l’aiutare a crescere come persone (59,0%), al CENTRO lo stimolare a diventare cittadini attivi e intraprendenti (64,5%) al SUD, l’essere anche un’occasione per arricchire conoscenze e competenze utili per la vita sociale e lavorativa (65,1%). L’aspetto di utilità per il lavoro tende quindi ad essere maggiormente sentita nel Mezzogiorno. In ogni caso, anche nel Sud dove le condizioni di lavoro e di reddito sono più penalizzanti, chi considera molto importante avere una remunerazione è la minoranza.

In questo quadro l’80,4% dei giovani italiani è d’accordo sul fatto che per tutti i ragazzi sia utile fare un’esperienza di impegno civico e sociale a favore della propria comunità, anche senza compenso in denaro. Solo una parte limitata di giovani, però è impegnata o ha svolto un’esperienza di servizio civile (11,7%) e circa la metà dei giovani (50,2%) non ha mai svolto attività di nessun tipo in ambito sociale.

Facile immaginare che i NEET (i giovani che non sono inseriti in nessun percorso di istruzione o formazione), secondo la ricerca, risultano essere meno informati rispetto agli altri giovani e un po’ meno convinti della ricchezza dell’impegno sociale, ma in ogni caso interessati al “Servizio Civile Universale”.