“Il Servizio Civile Europeo è strumento fondamentale per avvicinare giovani all'Europa e costruire cittadinanza europea dal basso”

di Katia Tulipano

Parla Gianluca Luise, docente di Storie delle Istituzioni Politiche europee, presso il Dipartimentodi Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli. (Katia Tulipano)

12398637_935430593203812_983140887_o

Renzi lo ha individuato come l’unico strumento in grado di costruire una vera cittadinanza europea. Gli addetti ai lavori ne parlano da anni, dibattendo sull’opportunità di adottare un modello ad hoc o pensare ad una sistema completamente nuovo. Il Governo ci crede, tanto da lanciare un progetto sperimentale in accordo con i cugini francesi. Il Servizio Civile Europeo insomma torna ad essere forte oggetto di attenzione da parte di pensatori, politici e accademici, tanto da venir collocato al primo posto tra i temi che saranno affrontati dal nuovo think tank partito dalla Leopolda, conclusasi a Firenze nei giorni scorsi. ServizioCivileMagazine ha intervistato il prof. Gianluca Luise, intervenuto al seminario “Dall’obiezione di coscienza al Servizio Civile Europeo”, organizzato dal Forum Nazionale Servizio Civile in occasione della Giornata Nazionale dell’obiezione di coscienza e del Servizio Civile, e che ha visto coinvolti nel dibattito su questo percorso di cittadinanza attiva europea giovani provenienti da 17 paesi dell’Unione.

 

Dal seminario dello scorso 15 dicembre il FNSC ha lanciato un allarme: l’idea di Europa è in crisi, ha bisogno di ri–generarsi e per farlo deve partire dalle nuove generazioni. Lei cosa ne pensa?
E’ vero. L’idea di Europa è in crisi, in ciascuno dei nostri Paesi. Abbiamo perso la consapevolezza che l’Europa era costruzione comune, bene comune costruito. Abbiamo lasciato che l’Europa diventasse altro, una rete di istituzioni, di norme, di accordi tra Stati in grado di reggersi su volontà politiche parziali ed interessi economici condivisi. Abbiamo costruito uno spazio comune all’interno del quale siamo europei, ma non cittadini, perché non siamo riusciti a darci una Costituzione così come non siamo riusciti a creare quella partecipazione dei cittadini alle istituzioni che è regola alla base del funzionamento di qualsiasi sistema politico democratico.

Tutto ciò che conseguenze ha avuto sui giovani?
In loro si è generato un senso di distacco nei confronti dell’Europa, un contesto nel quale si sono ritrovati a vivere con delle regole spesso stringenti e che non hanno partecipato a costruire, non riuscendo di conseguenza a comprendere il vero significato e la visione fondamentale dei Padri fondatori europei che riuscirono a traghettare gli Stati europei fuori dalle difficoltà del secondo dopoguerra gettando le basi per una cooperazione pacifica ed economica virtuosa. 

Il Servizio Civile Europeo può rappresentare davvero la soluzione?
Il SCE può essere uno strumento per avvicinare i giovani all’Europa, per avviare finalmente un vero percorso di costruzione della cittadinanza europea dal basso. Se riflettiamo sull’importanza assegnata dall’UE a molti programmi destinati ai giovani e sui risultati da essi ottenuti, ci rendiamo conto che può essere uno strumento veramente efficace in questo senso. Si parla tanto oggi, anche in Europa, di democrazia partecipata. Io credo che non possano essere mere previsioni normative a costruire la democrazia, ma che garantendo la partecipazione si possa garantire un processo democratico. Quando parliamo di SCE parliamo della costruzione di un sistema che possa garantire la solidità e la consistenza di pratiche condivise e vissute in sintonia da un numero crescente di persone, a partire dai giovani, che coerenti con valori di coinvolgimento e di assunzione di responsabilità sociali possano essere messe in atto in qualsiasi Paese dell’Unione. Del resto il servizio civile è una modalità di impegno che prevede sempre aspetti positivi evidenti e chiari per i giovani che vi partecipano, ma anche per quella platea più o meno vasta beneficiaria della loro azione e della loro attività quali gli Enti che li accolgono così come per i destinatari dei progetti realizzati e dei servizi che animano e ai quali prendono parte.