Fare cultura sul Servizio Civile: presentato il XVIII Rapporto Annuale della CNESC

di Giuseppe Meccariello

I dati raccolti nel 2017 e nel 2018 sono stati illustrati il 3 luglio a Roma

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In una gremita Sala Basevi, presso la Legacoop di Roma, è stato presentato il XVIII Rapporto Annuale della CNESC, la Conferenza nazionale enti di Servizio Civile. Un Rapporto redatto e presentato anche con l'intento di «fare cultura sul servizio civile e di identificare e condividere le buone prassi», come ha detto il vicepresidente della Cnesc Primo Di Blasio all’inizio dei lavori. Per Di Blasio, l’analisi esplicita la necessità di «identificare e raccontare le buone prassi dei nostri enti, le eccellenze della Cnesc da condividere e comunicare all’esterno, nonché un’occasione per evidenziare dei nodi».

I dati, raccolti nel biennio precedente, sono promettenti: è stato, infatti, registrato un aumento della dimensione numerica degli enti aderenti (tra cui si nominano Arci servizio civile e Focsiv) e dei volontari. In particolare, i 23 enti Cnesc presi in esame in questo Rapporto hanno visto aumentare i progetti presentati per l’anno 2017, passati da 1.308 a 1.469. Di quest’ultimi, dopo gli esiti della graduatoria dell’Albo nazionale, sono 1.380 i progetti realizzati, mentre erano 1.202 quelli dell’anno precedente. Allo stesso modo, per quanto riguarda i posti disponibili per i giovani, sono stati proposti ben 17.838 (erano 15.440 l’anno prima), di cui 668 all’estero (632 nel 2016). 13.731 sono i giovani effettivamente avviati in servizio, in leggero aumento rispetto ai 13.023 dell’anno prima.

Una crescita conseguentemente registrata anche nel numero di ore complessive di servizio: arrivano a quota 19.357.920, suddivise in 18.606.600 ore in Italia e 751.320 all’estero. I fondi investiti dagli enti Cnesc ammontano invece a 95.861.741 di euro (tra costi diretti, figurativi e valorizzazione del lavoro gratuito), a fronte di uno stanziamento statale di 83.466.300 di euro (per rimborso forfettario per la formazione generale, assegni mensili e assicurazione dei giovani avviati al servizio).

«Vogliamo far entrare nel Servizio Civile Universale che è ancora in costruzione le capacità, le competenze, le organizzazioni che in questi anni hanno permesso un'esperienza di qualità ai giovani che hanno svolto il Servizio Civile» così è intervenuto il presidente della Cnesc Licio Palazzini «e questa che possiamo definire una "petizione di principio" viene suffragata dai dati del rapporto oggi presentato di cui evidenzio due elementi: le quasi diecimila persone che attraverso il loro impegno hanno permesso ai 13.731 giovani di fare un'esperienza positiva e il cofinanziamento Enti Cnesc/Stato del "sistema Servizio Civile"».

«Un’ulteriore considerazione con questo patrimonio è importante la consonanza con il Dipartimento su programmi d'intervento - ha proseguito - con definizioni comprensibili delle finalità da raggiungere e inclusivi di chiunque voglia portare il suo contributo e su indirizzi e standard qualitativi che non stravolgono l'impianto normativo esistente per permettere la partecipazione della gran parte degli Enti accreditati».

«Ci sono però alcuni aspetti ancora al vaglio dell'autorità politica su cui la valutazione è sospesa» segnala Palazzini. «E mi riferisco a eventuali priorità programmatiche che, se previste, abbiano comunque un peso marginale, ad una tempistica degli avvisi per gli Enti che mantenga l'obiettivo di avere un bando giovani a settembre 2020».

Un bando nei confronti del quale il Presidente Cnesc ripone la speranza di avviare al servizio almeno 53mila giovani. Un obiettivo possibile, grazie al metodo di lavoro scelto dal Dipartimento, decisamente apprezzato dalla Cnesc, che ha visto un coinvolgimento più ampio degli enti, dei rappresentanti dei volontari e delle Regioni nella stesura della prossima programmazione triennale e annuale.

Unico neo segnalato potrebbe essere rappresentato dalla “questione fondi”: nell’anno corrente, ricorda Palazzini, potrebbero partire fino a «un terzo dei volontari in meno, con una riduzione quindi di circa 12mila posti rispetto al 2018, per questo chiediamo anche di recuperare le risorse non attivate lo scorso anno».

È intervenuta su questo punto anche Titti Postiglione, Coordinatrice dell’Ufficio del Servizio Civile Universale, che ha rassicurato i presenti: « È in corso l’iter per la presentazione di un emendamento a uno dei provvedimenti in discussione in questi giorni al Parlamento, analizzato all’incremento del Fondo nazionale del Servizio Civile» ha annunciato.

La Postiglione ha, poi, affrontato la questione riguardante l’Albo Unico del Servizio Civile Universale: «Questo nuovo Albo unico è stato pensato nel 2017 per una idea di servizio civile diversa da quella che oggi si sta sviluppando. Stiamo lavorando per questo anche con le Regioni, in un dialogo positivo che va esportato a livello di Consulta nazionale. In questo senso sarà delicato da capire anche il tema degli accordi che andranno stipulati proprio con le Regioni e P.A. nella prospettiva, ad esempio, della valutazione dei progetti». «Sicuramente – ha concluso – stiamo lavorando per una semplificazione delle prossime schede progetto, per il bando di progettazione atteso a fine anno, che saranno inserite all’interno dei programmi di intervento presentati dagli enti, che a loro volta risponderanno agli indirizzi stabiliti dal piano triennale in fase di definizione».

Alla presentazione del Rapporto, la cui prima edizione risale al 1999, sono intervenuti anche Diego Cipriani, Presidente della Consulta Nazionale Servizio Civile, Agostino Miozzo, Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Antonio D’Alessandro, del CVSnet, e con una lettera di saluto di Feliciana Farnese, Rappresentante nazionale dei volontari di Servizio Civile. L’incontro è terminato con un augurio del Presidente Cnesc: «Contiamo sull'impegno già espresso da parte dell'autorità politica preposta: adesso è il tempo dei risultati».

(Fonti: Comunicato Stampa CNESC / Articolo di Redattore Sociale / Articolo CSVnet / Avvenire)