Afasia. "Ho perso le parole..." da un'idea della canzone di Luciano Ligabue alla realtà di chi le parole.. le perde davvero

di Anna Laudati

Storia di parole "straniere". In Italia A.IT.A stima vi siano circa 150.000 soggetti afasici e che si verifichino circa 20.000 nuovi casi all'anno. A Roma, sabato 11 dicembre, presso la sala congressi della Fondazione Santa Lucia IRCCS si è tenuto lo spettacolo di arte varia "La voce del silenzio", a cura degli studenti del terzo anno del corso di laurea in logopedia dell'Università di Tor Vergata per sensibilizzare su questo grave disturbo. (Veronica Centamore)

afasia

Immaginate di vivere ritrovandovi di colpo, tutto d'un tratto, senza alcun preavviso... "senza parola", incapaci di comunicare con gli altri, anche con chi vi vuole bene da sempre e da sempre gode della vostra fiducia. O ancora, immaginate di parlare una lingua che non ha significati per chi vi ascolta ma soltanto una stentata sequenza di emissioni sonore. State immaginando... l'afasia. L'afasia è un disturbo della comprensione e/o della produzione del linguaggio verbale. È causata da lesioni alle aree del cervello primariamente deputate all'elaborazione del linguaggio (area di Broca e area di Wernicke) o ad altre aree di connessione con diversi centri del cervello variamente implicati nella funzione del linguaggio. È un fenomeno che si può manifestare in vari modi: ad esempio con la sostituzione di una parola con altra di significato diverso ma della stessa famiglia (ora invece di orologio), oppure l'impiego di una parola sbagliata ma dal suono simile a quella giusta (zuccotto invece di cappotto), o ancora di una completamente diversa e senza alcun legame apparente con quella corretta; inoltre può coinvolgere solo il parlato, o solo la capacità di scrivere.

È stato osservato su molti individui affetti da questa patologia che la dimenticanza delle parole segue un ordine ben preciso, senza eccezioni: le prime parole ad essere dimenticate sono i nomi propri, poi i nomi comuni, seguono gli aggettivi e infine i verbi e le proposizioni (Wikipedia). Come un umano rapito dagli alieni. Improvvisamente straniero dove prima si era "di casa". Ma non è cambiato il mondo intorno, piuttosto è chi ne soffre ad essere diventato "diverso". Ma l'afasia non colpisce soltanto la parola parlata. Ad essere compromessi sono anche (oltre alla comprensione già mensionata), la lettura e la scrittura. Pur conservando intatte le facoltà intellettive. Le persone afasiche soffrono di disturbi del linguaggio causati da lesioni cerebrali (trombosi, emorragie, traumi cranici, tumori, encefaliti).

Queste lesioni non alterano la loro intelligenza o la loro capacità di provare sentimenti. In Italia A.IT.A stima vi siano circa 150.000 soggetti afasici e che si verifichino circa 20.000 nuovi casi all'anno. L'Afasia rende difficile, se non impossibile, fare una chiacchierata con un amico, scrivere una cartolina, leggere il giornale. Impedisce di utilizzare normalmente il linguaggio nelle attività comunicative di tutti i giorni. Spesso le persone affette da afasia "scompaiono" a livello sociale e relazionale perché non possono più interagire con i propri cari, con l'ambiente lavorativo. Per questo, per sostenere la persona afasica e i suoi familiari, è stata costituita nel marzo 1994 l'A.IT.A. (Associazione Italiana Afasici) ricostituita nel novembre del 2005 come A.IT.A.onlus Federazione (Associazioni Italiane Afasici).

E' proprio in occasione dell'Assemblea annuale dei soci dell' A.IT.A che, da un'idea di Nunzia Carrozza (una studentessa che vanta una certa familiarità con l'arte oltre che con un certo tipo di sensibilità) è nato "La voce del silenzio", uno spettacolo, durante quello che rappresenta per tutti un momento d'incontro tra coloro che conoscono il problema e cercano di diffonderne, appunto, la conoscenza. A Roma, sabato 11 dicembre, presso la sala congressi della Fondazione Santa Lucia IRCCS si è tenuto lo spettacolo di arte varia a cura degli studenti del terzo anno del corso di laurea in logopedia dell'Università di Tor Vergata. Gli studenti si sono cimentati con l'arte, inventandosi un'altra forma di comunicazione, per raccontare attraverso musica, sketch e immagini un disagio da loro abbastanza conosciuto ma che purtroppo, ancora adesso, non riesce ad avere la giusta eco tra i "non addetti ai lavori" o tra coloro che il problema non lo vivono quotidianamente sulla loro pelle. Canzoni i cui testi sono stati riadattati proprio per "cantare" il problema in modo da renderlo ancora più "visibile" (tra queste "Parole, parole, parole di Mina e "Ho perso le parole" di Luciano Ligabue).

Uno di loro si è cimentato nella poesia attraverso dei versi (di una raccolta di silloge), da lui stesso composti e letti come se a farlo fosse una persona afasica, rendendo così "udibile" il problema. Sketch che riprendevano situazioni di vita quotidiana (pagare un bollettino alla posta, "tentare" di comprare dei farmaci) apparentemente grottesche ma tristemente reali per chi vive il problema e per chi, invece, il problema non lo conosce affatto. Ma tutto questo non basta, i ragazzi si sono spinti oltre attraverso un'inchiesta (stile Iene, programma televisivo in onda sulle reti mediaset) e lì è stato lo sgomento più grande. La presa di coscienza della ignoranza dilagante in merito al problema anzi alla malattia. Un bell'esempio di come attraverso l'arte si possa giocare e ridendo dire la verità ridere dicere verum dicevano gli antichi ed avevano ragione. Una verità piuttosto amara alle volte ma che comunque fotografa una realtà. Ecco alcuni es.

 Domanda dell'intervistatore: "Cos'è l'afasia?" Risposta dell'intervistato: "L'ansia dell'afa" oppure "Qualcosa che ha a che fare con il sentimento???". Su decine di persone intervistate soltanto due hanno dato la risposta esatta: un ricercatore universitario e un assistente sociale. Sarà un caso? Una malattia del corpo non può diventare una malattia dell'anima questo i ragazzi ci tengono a sottolinearlo e lo fanno in tutti i modi possibili (attraverso immagini, monologhi, balletti, nozioni scientifiche). L'afasia ferisce la parola ma non il pensiero.

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" (L'art. 21 della Costituzione italiana). Fondamentali per poter guarire sono: l'umanità e la competenza dei medici che aiutano a comprendere il disagio delle persone afasiche, la cui malattia spesso genera una barriera relazionale. E l'affetto delle persone che sono state loro vicino e che non sono restate "mute" di fronte alla loro malattia. Un plauso particolare alla dott.ssa Carmelina Razzano per aver dato la possibilità di realizzare un "incontro" fatto di poche e lente parole ma di lunghi e profondi sguardi che sottointendo i discorsi più veri e sinceri e a tutti i ragazzi, alla loro bravura e alla loro infinità sensibilità.