Barriere architettoniche... un problema di tutti i giorni

di Anna Laudati

E se vi dicessi che non potete prendere il treno come chiunque altro, voi cosa ne pensereste? Purtroppo è quello che accade praticamente ogni giorno a diversamente abili, anziani o persone con infermità momentanee. (Sara Pulvirenti)

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Sono stata testimone di uno dei tanti episodi di inaccessibilità, alla fermata Leopardi della Circumvesuviana che collega Sorrento a Napoli: una persona anziana con evidenti problemi respiratori prima di arrivare al binario è stato costretto a fare decine di gradini con altrettante soste. Occhi chiari, capelli bianchi, cappotto verde scuro, cappello grigio intonato con i pantaloni. Insomma quello che nel linguaggio comune viene identificato come un signore distinto. Una volta arrivato in cima alle scale, ormai stremato, non è riuscito neanche a mettersi seduto sulla panchina che pendolari molto cortesi gli avevano riservato perché per farlo avrebbe dovuto camminare ancora e davvero non ce la faceva più.

E’ stato allora che mi sono chiesta “ma vuoi vedere che l’ascensore è rotto?”…..guardandomi intorno purtroppo però dell’ascensore non c’era proprio traccia. Ed anzi, per accedere al binario era necessario fare altri quattro gradini. Come avrebbe potuto accedere al treno una persona sulla sedie a rotelle e senza accompagnatore?

barriere_architettoniche_2L’Italia purtroppo, nonostante i numerosi sforzi, in materia di abbattimento delle barriere architettoniche rimane indietro rispetto agli altri paesi europei ed il concorso “Access City-Città a misura di disabili” bandito lo scorso Luglio dalla Commissione Europea ne è stato la conferma: il primo premio è andato ad Avila, cittadina della Spagna davanti a Barcellona e Turku in Finlandia. Le tre italiane in concorso – Parma, Cuneo e Reggio Emilia- non hanno ottenuto l’accesso alla finale. A livello nazionale la situazione è a macchia di leopardo ed il lavoro da fare è davvero tanto, nonostante una normativa ed una giurisprudenza davvero significative.

Ma le barriere non sono solo di accesso ad edifici e mezzi pubblici: se vi dicessi che a Leopardi qualora un carrozzato fosse riuscito a salire sul treno non avrebbe potuto trovare spazio? Sui vagoni non era prevista l’area alloggio per la sedie a rotelle (quella con i ganci di ancoraggio) e riuscire a camminare nei corridoi era impossibile per un normodotato, figuriamoci per chi è costretto a muoversi su “due ruote”. Alla fine quella mattina il “signore distinto” non è riuscito a prendere il primo treno che è passato, è rimasto avvinghiato al corrimano in attesa che la crisi respiratoria fosse passata. Adda passà ‘a nuttata….o almeno lo speriamo!

Non va bene, così non va bene!