Disabilità, FISH e FAND incontrano il Ministro delle Politiche Sociali. Barbieri: “Il governo ritiene le prestazioni sociali alle persone disabili un segno di civiltà”

di Ornella Esposito

Svolto pochi giorni fa a Roma un incontro tra il Ministro delle Politiche Sociali Elsa Fornero, e La Fish- Federazione Italiana per il superamento dell’handicap e la Fand- Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con disabilità, organizzazioni tra le più rappresentative dei soggetti con disabilità. Molti i temi caldi su cui si è discusso. Intervista a Pietro Barbieri, presidente della Fish. (Ornella Esposito)

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La manovra del Governo Monti preoccupa un po’ tutti: lavoratori dipendenti, liberi professionisti, pensionati, ma soprattutto le fasce deboli che scontano, più di tutti, gli effetti devastanti della crisi economica. Tempo di sacrifici, si sente ripetere ormai come una cantilena, ma i diritti fondamentali delle persone con disabilità, sanciti da una convenzione ONU, restano tali. Pietro Barbieri, presidente della Fish, ci illustra i contenuti dell’incontro con il Ministro Fornero avvenuto pochi fa a Roma.

Presidente, qual è stato il motivo della richiesta di un incontro ufficiale con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero?
La ragione dell’incontro è nei due provvedimenti governativi, di cui uno è stato approvato e un altro è a rischio di approvazione. Nel decreto SalvaItalia, all’art. 5, quello che ha rimesso i conti a posto, si prevede che vi sarà la compartecipazione alla spesa ossia i disabili si ritroverebbero a partecipare alla spesa di servizi pubblici a loro erogati. Su questo abbiamo espresso molte criticità a partire dal fatto che le persone con disabilità sono per l’80% disoccupate, ragione per cui difficilmente possono compartecipare ad una spesa e lo stesso art. 5 dice che gli stessi emolumenti economici, per esempio l’indennità di accompagnamento, potrebbero essere legati ad una valutazione ISEE [modalità di calcolo del reddito, ndr] e tutto questo non ci fa piacere. Abbiamo ottenuto con estrema chiarezza la dichiarazione che l’obiettivo non è quello di tagliare l’erogazione dei servizi perché in questo siamo tra i più bassi in Europa, e il Ministro Fornero ha dichiarato che le prestazioni sociali per i disabili così come il reddito minimo di inserimento sono segni di civiltà di un paese. Questa è per noi una garanzia, poi vedremo concretamente il Ministro cosa disporrà.

In un momento di tagli così drastici alla spesa sociale, il Governo dove pensa di recuperare le risorse economiche? Sembra una dichiarazione in controtendenza con quello che poi è stato fatto cioè decurtare il Fondo delle Politiche Sociali.
Bisognerebbe chiederlo al Ministro. Noi abbiamo provato a ragionare di tutto questo, e la risposta che ci è stata data è che, da un lato in questo preciso momento non ci sono possibilità, dall’altro si lavora per crearle. Voglio sottolineare che riteniamo questa una posizione piuttosto positiva perché il precedente governo non ha fatto nulla per salvare il Fondo delle Politiche Sociali, anzi, aveva, in effetti, dichiarato che era il Fondo della Sanità a doversi fare carico del sociale e sappiamo tutti che questo non lo fa e non lo farà.

Avete discusso con il Ministro anche di un'altra grande questione cioè l’inserimento lavorativo dei soggetti disabili.  A che punto siamo nell’applicazione della legge 68/99, e il Ministro cosa ha affermato a tal proposito?
Noi abbiamo sottolineato che l’80% dei disabili è disoccupato, e che ci sono un paio di piste di lavoro fondamentali. La prima è che la mediazione tra la domanda e l’offerta di lavoro è condizionata dal fatto che i Centri per l’impiego e i servizi pubblici non funzionano, salvo eccezioni. Pertanto andrebbe ricostruita una filiera per l’inserimento mirato che possa aiutare le imprese a superare lo stigma dell’improduttività delle persone con disabilità. La seconda questione è far rispettare l’obbligo dell’assunzione previsto per legge. Gli ispettori dovrebbero verificare l’applicazione della legge, e lo fanno poco tanto che nel biennio 2008-2009, come si evince dalla relazione al Parlamento sulla legge 68/99, nella Regione Marche per esempio non è stata applicata nessuna multa, ed è inverosimile che tutte le aziende siano in regola con la normativa. I dati sull’integrazione lavorativa dei disabili sono molto esigui e non coordinati con quelli dei Centri per l’impiego. Abbiamo ragionato di tutto questo, e il Ministro ci ha chiesto una nota a tal proposito, in un momento in cui si sta discutendo della riforma del lavoro questo ci sembra significativo.

Sono passati molti anni dal varo del piano “Dopo di noi”. Il Governo pensa di mettere mano ad un nuovo piano?
Abbiamo chiesto che il Governo si adoperi per il piano di azione previsto dalla convenzione ONU sulle persone con disabilità, perché c’è una legge, la 18 del 2009, che prevede che venga fatto un piano di azione, e dice come devono essere rispettati i diritti fondamentali delle persone  con disabilità. Abbiamo chiesto che questo venga fatto ed il Governo ci ha dato buone rassicurazioni.

Il vostro incontro con il Ministro si è concluso con un futuro appuntamento?
Ci saranno scambi fattivi con il sottosegretario Guerra, e noi siamo già inseriti nei gruppi di lavoro all’interno della commissione per l’applicazione della convenzione dell’ONU. L’incontro ci è sembrato positivo, ma il Ministro non ha fornito garanzie in merito alla questione dell’applicazione delle fasce di reddito per le erogazioni economiche.