Minori e nuove tecnologie, le insidie del web

di Ornella Esposito

Il web, grande opportunità per i ragazzi ma fonte di seri pericoli. Save the Children a Napoli con un seminario dal titolo “Abuso sessuale e nuove tecnologie: un approccio multidisciplinare per il contrasto al fenomeno e la presa in carico delle vittime”. (Ornella Esposito)

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Mentre rimbalza ancora la notizia dell’arresto, grazie alle indagini condotte dalla polizia postale di Reggio Calabria, di cinque pedopornografi on line, Save the Children nella città partenopea, la prima in Italia ad essersi occupata del contrasto al fenomeno degli abusi in rete, ha promosso il 23 Marzo un seminario sui rischi per i bambini e gli adolescenti connessi al web 2.0.

Il seminario è stato realizzato in partenariato con il Centro per il Contrasto della Pedopornografia su Internet, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile - Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità - e il Coordinamento dei Centri contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (Cismai).

Silvia Allegro, psicologa e referente dell’area Minori e Nuovi Media di Save the Children, spiega che la giornata formativa «rientra in un progetto più ampio, co-finanziato dall’Unione Europea, che intende individuare metodologie di intervento multidisciplinari, e realizzare linee guida standardizzate per il trattamento del fenomeno della pedopornografia e delle vittime».

«Le nuove tecnologie -continua- sono utilizzate dai ragazzi per soddisfare i bisogni di: comunicazione, socializzazione, conoscenza, sessualità. Il 66% di loro utilizza internet per due ore al giorno nella fascia pomeridiana. Le rete non deve essere demonizzata, ma la preoccupazione nasce quando essa diventa sostitutiva e non integrativa delle relazioni».

Il web, infatti, offre nuovi stimoli ed opportunità aggregative ai ragazzi ma, se utilizzato male e fuori dal toltale controllo di un adulto, può nascondere molte insidie. Una di queste prende il nome di grooming, ossia l’adescamento di minori da parte di adulti per scopi sessuali.

«Dal 1998 ad oggi- riporta Elvira D’Amato, Vice questore aggiunto del Servizio di Polizia postale e delle telecomunicazioni- in Italia sono stati arrestati 384 pedofili, denunciate 7251 persone, effettuate 6285 perquisizioni, inseriti in black list 1021 siti, chiusi 179 siti». Il fenomeno della pedopornografia segue l’evoluzione della rete, quindi è mutevole e veloce, ma oggi fa i conti con il certosino lavoro investigativo del nostro Centro Nazionale di contrasto della pedofilia on line che interfaccia con organismi simili di molti altri paesi del mondo.

Le conseguenze psicologiche sui minori dell’abuso on line sono molte, e non vanno sottovalutate. Gloria Soavi, psicoterapeuta e Vice-presidente del Cismai, spiega che si riscontrano «disturbi della sfera emotiva, depressione ed ansia, disturbi psicosomatici, sul piano sessuale e del comportamento fino ad arrivare ad episodi dissociativi. La vittima vive sentimenti di impotenza, tradimento, vergogna ,colpa stigmatizzazione».

Come si può aiutare un minore,vittima di un abuso on line?

Innanzitutto, «bisogna “vedere” l’abuso, comprendere come è stata danneggiata la vittima, e se vi sono persone intorno che la supportano. È, inoltre, necessario attivare percorsi di cura specializzati per minori traumatizzati con personale esperto».

Ma la domanda che ancora di più attanaglia il mondo degli adulti è: come prevenire e contrastare il fenomeno della pedopornografia on line, senza porre troppi veti ai ragazzi sull’utilizzo della rete,ormai imprescindibile nelle loro vite?

Save the Children, in collaborazione con la Mondadori, ha elaborato manuali per insegnati, genitori ed Enti Locali contenenti linee guida sul tema appunto dell’educazione e nuovi media. L’approccio privilegiato, su cui tutti concordano, è quello integrato e multidisciplinare. Il contrasto agli abusi on line, è possibile soltanto lavorando in rete, non quella dei pedofili, ma quella delle istituzioni nazionali ed internazionali, delle forze di polizia, delle organizzazioni non governative e del privato sociale, dei cittadini. Una rete, questa, in grado di proteggere e curare.