Agricoltura sociale, la bontà che fa rima con solidarietà. Nasce la sezione campana del Forum Nazionale

di Ornella Esposito

Nasce in Campania la sezione regionale del Forum Nazionale di Agricoltura sociale. Nel pomeriggio la presentazione  presso la fattoria sociale “Fuori di Zucca”, allocata nell’ ex manicomio giudiziario di Aversa in provincia di Caserta. Intervista a Giuliano Ciano, presidente della cooperativa “Un Fiore per la Vita” che promuove ed ospita l’evento. (Ornella Esposito)

fuori_di_zucca Quando bontà fa rima con legalità e solidarietà, ecco che stiamo parlando di agricoltura sociale. Un tipo di agricoltura cioè che esce dai confini della pura lavorazione della terra e si spinge verso il sociale, creando occasioni di inserimento lavorativo per persone svantaggiate (disabili mentali, ex detenuti, ex tossicodipendenti) che altrimenti non avrebbero un lavoro. Ovviamente agricoltura sociale significa anche adozione di processi produttivi a basso impatto ambientale e prioritariamente con metodo biologico, nonché riutilizzo di beni confiscati alla camorra, quindi anche legalità.

In Italia, le imprese che si occupano di agricoltura sociale sono una realtà in forte espansione tanto che  lo scorso anno a Firenze, è nato il Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, e la XIII commissione della Camera dei Deputati ha avviato un’indagine conoscitiva sull’agricoltura sociale.

In Campania, dove forti sono le difficoltà in cui versa la regione, sono nate significative realtà di agricoltura sociale che oggi pomeriggio ad Aversa, presso la fattoria sociale “Fuori di Zucca”, terranno a battesimo la sezione regionale del neonato Forum Nazionale. ServizioCivileMagazine ne parla con Giuliano Ciano, presidente della Cooperativa sociale “Un Fiore per la vita” da cui è nata la fattoria.


Ad un anno dalla nascita del Forum Nazionale dell’Agricoltura sociale, oggi in Campania si battezza la  nascita della sezione regionale. Qual è il ruolo del Forum regionale e quali le sue prospettive?
Il Forum è il luogo del pluralismo delle esperienze di agricoltura sociale in Campania, ovvero di tutte quelle realtà e pratiche che impiegano l’agricoltura per l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati. Esso è il luogo dell’integrazione delle diverse culture: sociale, agricola, sanitaria, formativa e del lavoro. Inoltre, l’intento del forum regionale è quello di  istituire un tavolo permanente di confronto all’interno del più ampio forum nazionale dell’agricoltura sociale, composto da tutte le realtà campane che credono fermamente nel riscatto della nostra terra attraverso i principi dell’agricoltura sociale.
L’altra mission è perseguire un’agricoltura prossima al territorio, alle persone e l’ambiente, creando inserimenti lavorativi di persone svantaggiate in un settore che in questo momento di crisi può creare occupazione. L’economia sociale in alternativa a quella criminale può innescare un processo virtuoso di cambiamento partendo dalle persone per arrivare ai territori.

Qual è il valore aggiunto dell’agricoltura che si connota come sociale, rispetto a quella classica?
Considerata la natura del nostro territorio e la significativa vocazione agricola di una buona parte della nostra provincia, riteniamo che il modello proposto dall’agricoltura sociale, innovativo nel metodo e largamente premiante nei risultati, vada promosso e sostenuto in una logica “trasversale” in grado di coinvolgere chi si occupa d’impresa; chi progetta politiche sociali e del lavoro; chi, a diverso titolo, valorizza e promuove l’ambiente, l’agricoltura e il turismo. Ecco il valore aggiunto.

In un territorio, quello campano, dove è noto il dramma del sottosuolo mortalmente inquinato, è possibile parlare di agricoltura sana?
Questo è il problema maggiore, anche se la situazione ambientale in Campania è connotata a macchia di leopardo, con zone franche ed altre inquinate e quindi da bonificare.
L’agricoltura sociale promuove un’ agricoltura ecocompatibile ed ecosostenibile ponendosi da osservatorio privilegiato sul territorio rispetto all’ ambiente, in rete con tutte le associazioni che si occupano di questi temi. In merito alle zone inquinate si sono attivate da qualche anno delle interessanti idee-progetto di produzioni no-food per essere utilizzate nell’ambito delle energie alternative.

Per ulteriori informazione sull’iniziativa, consultare il sito www.fuoridizucca.it.