Mattarella: "Penso ai giovani che coltivano i propri talenti e che vorrebbero vedere riconosciuto il merito"

di Katia Tulipano

giuramento-mattarella-1

I giovani, la crisi economica e le riforme al centro del suo discorso alla Nazione (Katia Tulipano)

Oggi è stata scritta un’altra pagina dei libri di storia. Alle ore 10 davanti al Parlamento riunito in seduta comune integrato dai delegati regionali, ha prestato giuramento il nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il suo primo messaggio rappresenta un manifesto riformista che si inserisce nel solco tracciato dalla Carta Costituzionale e che ha come obiettivo l’Unità nazionale costituita “dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri concittadini” resa dalla crisi economica “difficile, fragile, lontana”.

Mattarella rivolgendosi per la prima volta alla nazione sottolinea al Parlamento l’esigenza di “confermare il patto costituzionale che mantiene unito il Paese e che riconosce a tutti i cittadini i diritti fondamentali e pari dignità sociale e impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza”. “Esistono nel nostro Paese energie che attendono soltanto di trovare modo di esprimersi compiutamente. Penso ai giovani che coltivano i propri talenti e che vorrebbero vedere riconosciuto il merito” ha ricordato il nuovo Presidente.

L'ha chiamata “agenda esigente”, quella della politica e delle istituzioni di mobilitare le energie dei giovani e delle imprese: da loro, secondo Mattarella, e dal rilancio della crescita dipende l'unità nazionale.

In questa partita un ruolo fondamentale viene riconosciuto anche ai corpi intermedi la cui partecipazione aiuta a ricucire il tessuto sociale e a “sanare una parte della crisi di rappresentanza”. Arbitro imparziale sarà il Capo dello Stato, ma già da ora Mattarella chiede ai giocatori di “dargli una mano con la correttezza”. In particolare ai giovani parlamentari che “portano in queste aule le speranze e le attese dei propri coetanei il Presidente della Repubblica chiede di dare “un contributo positivo al nostro essere davvero comunità nazionale, non dimenticando mai l’essenza del mandato parlamentare”.

Oggi l’arbitro ha fischiato il calcio d’inizio dettando le regole del gioco. Al Paese il compito di non assistere passivamente. Sarà impossibile ricucire il rapporto con le istituzioni senza un ulteriore atto di fiducia da parte dei cittadini. E’ necessario che la comunità, i giovani in primis partecipino alla vita democratica del nostro Paese, solo così si potrà davvero realizzare l’unità nazionale.

Ed allora in bocca al lupo a noi tutti e auguri al nostro nuovo Presidente della Repubblica.