CNPC e rappresentanza studentesca istituzionale: così non va, intervenire sistematicamente

di Francesco Cannone

Sta per aver luogo, anche quest'anno, il Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti. L'appuntamento  – per i Presidenti, i Docenti Referenti Provinciali e i Referenti regionali delle CPS – è, stavolta, a L’Aquila (in occasione della ricorrenza del terremoto che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile 2009), 5-9 aprile. (Francesco Cannone*)

logo_cnpc Si tratta di un momento di importanza assoluta nel mondo studentesco. Eppure, la maggior parte degli studenti delle scuole superiori non ha idea dell'esistenza del CNPC, né di cosa siano le Consulte Provinciali degli Studenti.

Occorre fare una piccola premessa per poter comprendere la fondamentale importanza di CNPC e CPS nel quadro della rappresentanza studentesca. Voglio dare per scontato che nessuno metta in dubbio il valore della rappresentanza studentesca, imprescindibile mezzo per riuscire a raccogliere e far emergere contributi significativi utili a migliorare il sistema scolastico (e non solo): gli studenti, che ben conoscono la propria realtà, che ben sanno dove sia necessario intervenire, nei loro ovvi limiti, possono realmente e vogliono concretamente dare un apporto costruttivo, discutere dei contenuti. Perciò, vogliono essere ascoltati.

binariQuesti contributi, per giungere alla meta ideale dell'essere ascoltati, possono viaggiare percorrendo due possibili e diversi binari: quello della rappresentanza studentesca istituzionale e quello della rappresentanza studentesca associazionistica. Ma le associazioni, per loro natura, agiscono a nome solo di una parte degli studenti. E' solo la rappresentanza studentesca istituzionale che può riuscire ad essere realmente rappresentativa di tutti gli studenti, operando una sintesi frutto delle più divergenti opinioni. E a rendere percorribile questo nuovo binario non più soltanto all'interno delle scuole, ma anche a livello territoriale, è stata nel '96 l’istituzione delle Consulte Provinciali degli Studenti. E' un passaggioi da sottolineare, per le implicazioni teoriche e pratiche che esso comporta. Gli alunni di ogni scuola superiore della propria provincia d'appartenenza eleggono 2 rappresentanti che restano in carica per 2 anni. L'insieme dei rappresentanti forma la CPS. L'introduzione delle CPS ha segnato nuove possibilità e aperto nuovi canali e orizzonti nel campo  della rappresentanza studentesca: esse sono il primo e l'unico organismo istituzionale di rappresentanza studentesca a livello territoriale. Prima, a livello territoriale, a dare voce agli studenti erano soltanto le associazioni studentesche.

Affinché le CPS assumano in questa cornice il ruolo che meritano, è assolutamente necessario che esse funzionino al meglio, sia a livello provinciale, che regionale e nazionale.

Partendo da quest'ultimo, occorre valutare e risolvere le criticità relative al Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte:

  • Il lavoro del CNPC è, nella sua quasi totalità, il frutto del lavoro delle commissioni di lavoro tematiche dello stesso CNPC. Quindi, è assolutamente fondamentale che tutti i presidenti conoscano con congruo anticipo in maniera diretta e approfondita i documenti elaborati dalle commissioni già prima che abbiano luogo le votazioni per approvarli; è necessario che alla presentazione e discussione in plenaria dei suddetti documenti sia riservato il tempo che questa fase cruciale merita (non soli 5 minuti per documenti sconosciuti a praticamente tutti i partecipanti, come avvenuto in passato!!!), in modo che la procedura di presentazione, discussione, votazione ed eventuale emendazione possa avvenire nella migliore e più cosciente maniera possibile. Affinché il CNPC abbia semplicemente senso.
     
  • Il regolamento del CNPC deve disciplinare nel migliore dei modi ogni caso possibile. E' grave che non sia presa in considerazione una rilevantissima fattispecie relativa a un'importante situazione pure verificatasi in passato: il caso in cui un documento proposto da una commissione tematica venga bocciato. Il regolamento deve stabilire in che modo procedere: votare per singoli blocchi il documento e, quando un blocco venga bocciato, proseguire, laddove possibile, votando per singole sezioni del blocco e singoli punti delle sezioni. Per agevolare questo modo di procedere e la presentazione di eventuali emendazioni, è opportuno che i documenti presentati alle plenaria vengano già strutturati come divisi (se non in articoli, almeno) in blocchi e, al loro interno, in singole parti e, ancora, per singoli punti.
     
  • Il MIUR pubblica online solo ed esclusivamente  i documenti elaborati dalle commissioni e approvati dalla plenaria. Sono assenti i verbali delle riunioni (sia delle singole commissioni che della plenaria) che riproducono il procedimento e le discussioni che hanno portato a quella approvazione. Sono assenti anche i documenti bocciati dalla plenaria. E' necessario che tutta questa documentazione sia resa pubblica. Utile e giusto sarebbe anche registrare (e pubblicare) integralmente gli interventi avvenuti nel corso delle assemblee plenarie del CNPC. Solo così si garantisce un reale processo democratico e trasparente altrimenti assente. Bisognerebbe anche pubblicare una rendicontazione delle spese sostenute per dare luogo ai CNPC, in modo che possano essere facilmente verificabili il buon andamento (e, quindi, economicità, efficacia ed efficienza) e l'imparzialità cui l'attività della pubblica amministrazione è giuridicamente vincolata direttamente dalla Costituzione. Il risparmiabile va risparmiato e destinato a una di queste voci: 1] a rattoppare la situazione economica disastrosa di moltissime CPS; 2] alla costituzione di un fondo esclusivamente del e per il CNPC, per il finanziamento di quanto da esso deliberato (l'assenza di una pur minima autonomia finanziaria per il CNPC è un vulnus: è il Ministero a decidere cosa finanziare e cosa no); 3] alla copertura (pur parziale) di una seconda convocazione all'anno del CNPC (riunirsi 4 giorni all'anno non basta: i presidenti delle CPS vanno messi in comunicazione prima e dopo lo svolgimento del CNPC, affinché i lavori e il confronto comincino prima e continuino dopo); 4] a nessuna delle tre voci precedenti: siamo pur sempre in tempi di austerity e spending review.
     
  • Il CNPC è organo consultivo del Ministro dell'Istruzione, che esprime parere facoltativo. Nei fatti, però, è un organo che non conta nulla, di cui l'opinione pubblica non conosce neanche l'esistenza. I Ministri hanno sempre avuto maggiore considerazione nei confronti delle associazioni studentesche. Bisogna rendere il CNPC organo consultivo che esprime parere obbligatorio ma non vincolante (così come per il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari). E' assurdo pretendere di poter prendere importanti provvedimenti per gli studenti senza aver prima ascoltato gli stessi studenti.
     
  • Puntualmente, la quasi totalità delle proposte del CNPC non ha seguito. Così non ha senso.
     
  • L'Ufficio di Coordinamento Nazionale, organo di raccordo tra le Consulte
Provinciali degli Studenti, i Coordinamenti regionali e il CNPC, svolge un ruolo decisivo, in quanto cura l'organizzazione del CNPC. E, si sa, le soluzioni organizzative non sono mai neutre. Ma qui a decidere in ultima istanza su quanto discusso sono i responsabili del MIUR per le Consulte, diversamente da quanto avviene a livello provinciale e regionale, dove (giustamente) sono gli studenti a decidere e a esercitare la funzione di indirizzo (altrimenti di che Consulta degli Studenti stiamo parlando?) .

 

Ma affrontare e sciogliere questi nodi non basta: occorre riflettere soprattutto sul livello provinciale delle CPS. Anzi, occorre un'analisi a tutto tondo: i problemi strutturali delle Consulte vanno analizzati tutti insieme per cogliere il quadro complessivo e poter proporre una soluzione unitaria globale ("Il vero è l'intero", diceva Hegel).

I problemi principali delle CPS sono per me da rintracciare in sette fattori principali :

  1. nel disinteresse, nell'assenteismo e nelle scarse capacità dei rappresentanti eletti;
  2. nell'assenza dei rappresentanti in molte scuole;
  3. nella scarsa conoscenza del ruolo e delle iniziative delle CPS tra gli studenti all'interno delle scuole;
  4. nell' elitarismo decisionale all'interno delle CPS;
  5. nell' autoreferenzialità dell'azione delle CPS;
  6. nei “problemi d'ufficio”;
  7. nell'ingerenza negativamente condizionante delle associazioni studentesche.

 

Come soluzioni, non si può che pensare a una serie di azioni interconnesse tra loro: un' azione di informazione capillare sui temi dell'impegno civico e della rappresentanza studentesca che sensibilizzi e coinvolga tutti i ragazzi spingendo i migliori a interessarsi e a partecipare in prima persona. Occorre stimolare la partecipazione dei migliori  anche mediante l'attribuzione (a tutti i membri della Consulta impegnatisi con successo) di un attestato che tracci un bilancio delle competenze in entrata e in uscita (il tutto a cura dei docenti referenti), spendibile ai fini dell'attribuzione dei crediti formativi scolastici e dell'arricchimento del proprio curriculum vitae. Va anche introdotta la possibilità che un rappresentante alla Consulta decada dal proprio incarico qualora si assenti dalle riunioni plenarie della CPS di appartenenza o non adempia in maniera palese al proprio incarico, e che questo possa essere sostituito anche durante l'anno scolastico, anche con nuove elezioni. Inoltre, Il problema 4 va risolto all'interno delle singole CPS (perché ognuna ha caratteristiche peculiari), dove troppo spesso sono in pochissimi a decidere: le Giunte Esecutive, se non addirittura il solo Presidente. La conseguenza è l'identificazione intollerabile delle CPS con le Giunte o con il Presidente, la disaffezione totale degli altri rappresentanti ugualmente parte dell'organo. Dev'essere la Plenaria il cuore di ogni Consulta. La CPS di Napoli è riuscita a dare centralità reale alla Plenaria lavorando contemporaneamente mediante commissioni sia tematiche che territoriali. Per approfondire basta cliccare qui.

E' poi necessario un ripensamento globale delle CPS rispetto a come erano state concepite ormai 17 anni fa. Esse vengono infatti recepite dagli studenti come qualcosa di distante, incapace di intercettare i propri interessi, e di riservato agli addetti ai lavori, e quasi sempre è stato così. La tendenza va invertita. Le CPS devono essere considerate un punto di ritrovo e discussione per tutti gli studenti e un utile strumento per far sentire la propria voce e promuovere iniziative condivise: a Napoli ci stiamo provando, rendendo tutti i dati open access e aprendo le plenarie alla partecipazione anche di studenti non rappresentanti alla Consulta, per migliorare grazie a nuovi contributi la qualità dei lavori della CPS Napoli e, soprattutto, per cominciare a costruire, grazie alla Consulta e alla sua rete e alla sua natura di organismo istituzionale, un nuovo, duraturo, coinvolgente e fruttuoso percorso di partecipazione studentesca a livello provinciale in grado sul serio di dare voce a tutti e di far emergere, tra gli studenti, le migliori persone e le migliori idee. A tale proposito, è necessaria la possibilità di attribuire gli attestati di partecipazione alla plenaria validi come giustifica per le assenze da scuola anche agli studenti non rappresentanti che abbiano effettivamente partecipato.

Sarebbe utile anche anticipare di 15 giorni il limite legale entro il quale vanno eletti i rappresentanti CPS nelle singole scuole. Sono 15 giorni che fanno la differenza.

Ci sono, ancora, i problemi che ho definito “d'ufficio”: spesso le CPS non funzionano perché hanno docenti referenti non all'altezza, demotivati o che non sanno dove devono mettere mano; spesso sono gli uffici e i dirigenti di riferimento ad essere inefficienti, a far morire il lavoro e le prospettive sviluppati con tanta fatica dai ragazzi. Tutto questo va prioritariamente discusso, va trovata in fretta una via d'uscita. Bisogna introdurre premi, punizioni, informazione. Sono sicuro che tra i docenti referenti non manca chi ha soluzioni adeguate da proporre.

Infine, è problematica la questione relativa all'influenza delle associazioni studentesche. Non c'è nessun problema con la sinergia positiva, che è solo arricchimento. Il problema nasce quando ci sono sovrapposizioni o anche ingerenze negativamente condizionanti: ingerenze che possono limitarsi al mero supporto elettorale di un candidato alla presidenza o ad altri incarichi (alterando in questo caso il risultato della competizione elettorale, facendo spesso perdere la meritocrazia), oppure influenzare anche tutti i momenti successivi, creando un'enorme nociva confusione dei 2 distinti piani della rappresentanza, dei due diversi binari della rappresentanza studentesca istituzionale e della rappresentanza studentesca associazionistica. Ma per questo problema non ci sono soluzioni. C'è solo da augurarsi che le associazioni la smettano di candidare, soprattutto per le presidenze, gente per nulla all'altezza, inetta o del tutto assente sin dal giorno dopo il voto. Ma aiuterebbe ancor di più che questi giochini cessassero definitivamente. La Consulta è altro da un teatro di scontri tra candidati di una parte o dell'altra. La Consulta è un luogo dove va ricercata l'unità, non la maggioranza. La Consulta è un organismo politico ma apartitico, che funziona solo se a farne parte è gente capace e interessata. Ma se le associazioni continueranno a ragionare in base alla voglia di lottizzare e basta senza neanche preoccuparsi di chi si sta candidando, le Consulte continueranno a non funzionare mai.

Questo CNPC è un'occasione da non perdere. Bisogna rilanciare il sistema della rappresentanza studentesca mediante una riflessione sistemica e una conseguente messa in campo di una serie di azioni interconnesse volte a mettere le Consulte Provinciali degli Studenti finalmente nella condizione di poter esprimere tutto il loro enorme potenziale.

ps. Spero che il CNPC proponga, tra le altre cose, che si cominci ad insegnare in tutte le scuole Economia e Diritto. Ecco perché.

 

 

 

* L'autore è stato impegnato in prima persona nel mondo della rappresentanza studentesca istituzionale, in qualità di:

  • a.s. 2010/11: presidente CPS Napoli e vice-coordinatore regionale CPS della Campania; rappresentante d'istituto Liceo Classico Umberto I di Napoli
  • a.s. 2011/12: vice-presidente CPS Napoli
  • a.s. 2012/13: tutor CPS Napoli
  • a.s. 2009/10: membro della Giunta Esecutiva della CPS Napoli come coordinatore territoriale della città di Napoli
  • a.s. 2007/08 e 2008/09: rappresentante di classe