Questionario anticamorra: presentati i dati della settima edizione

di Francesco Gentile

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A Napoli, un ragazzo su tre non ha fiducia nelle forze dell'ordine e crede che sia impossibile sconfiggere la camorra. E' uno dei dati emersi dal questionario anticamorra promosso dall'Associazione studenti napoletani contro la camorra con il patrocinio e la collaborazione della Provincia di Napoli, de La Confederazione degli studenti e del'Amesci, associazione mediterranea per la promozione e lo sviluppo del servizio civile.  

 

 

I risultati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa, nel Gambrinus di Napoli, alla quale hanno partecipato il Presidente dell'associazione, Andrea Pellegrino, la vice Presidente, Gaia Trunfio, la professoressa Maria Albrizio, docente di Sociologia della facoltà di Scienze politiche dell'Università Federico II di Napoli, il Segretario della Commissione bicamerale antimafia, Tommaso Pellegrino, l'ex Presidente dell'associazione e attuale Assessore provinciale Francesco Emilio Borrelli, e il Presidente dell'Amesci, Enrico Maria Borrelli. Dal questionario, che ha coinvolto 6227 ragazzi tra Napoli e provincia, è emerso anche che il 73% conosce i nomi dei clan malavitosi della sua zona e il 60% conosce la storia di boss come Cutolo e Provenzano, mentre stenta a ricordare chi siano Giancarlo Siani, Peppino Impastato e Don Peppino Diana, vittime della criminalità. Va un po' meglio per Falcone, ma anche il giudice ucciso dalla mafia, non supera il 60% di conoscenza. Quasi la metà degli intervistati (49%), inoltre, non si è rivolto alle forze dell'ordine quando ha subito un furto. E la maggior parte (63%) non lo ha fatto perché credeva che era inutile. La metà (50%) non ha mai partecipato a una manifestazione contro la criminalità perché le ritiene inutili a sconfiggere la malavita. "Nonostante la sfiducia nelle forze dell'ordine, la volontà dei giovani di mettersi in prima linea contro la camorra è testimoniata dal fatto che i giovani derubati si rivolgano alle forze dell'ordine per denunciare l'accaduto" ha detto Andrea Pellegrino, per il quale "i dati sono un punto di partenza per lavorare, insieme a forze dell'ordine, Istituzioni e società civile contro la malavita". "L'importante è non fermarsi al questionario, ma andare oltre pensando anche alle iniziative da portare avanti nelle scuole così come facciamo quotidianamente" ha aggiunto Gaia Trunfio sottolineando che "nel corso delle centinaia di incontri nelle scuole e nelle associazioni, tanti giovani hanno riacquistato la fiducia in sé stessi, decidendo di impegnarsi in prima persona contro la criminalità". "E' preoccupante il dato relativo alla scarsa fiducia nelle forze dell'ordine, ma va considerato che, purtroppo, è un dato legato ai mass media che evidenziano sempre le cose negative, dimenticando il grande lavoro portato avanti in provincia di Napoli" ha detto il Segretario della Commissione bicamerale antimafia, Tommaso Pellegrino, sottolineando "il dato positivo che è diminuito, dal 46% al 36% la percentuale di chi pensa di voler andar via dalla sua città". "Il questionario dell'associazione degli studenti anticamorra fotografa la realtà dei giovani della provincia di Napoli e deve essere usato dalle Istituzioni per realizzare iniziative che possano cambiare gli aspetti negativi emersi" ha detto l'Assessore provinciale Francesco Emilio Borrelli per il quale "è importante che sia cresciuto il numero di ragazzi che ha lasciato il suo nome e si è detto disponibile a collaborare con l'associazione. E' un segnale importante della possibilità di riscatto del nostro territorio". "Resta troppo forte la visione del mito del camorrista anche se ormai è chiaro che l'età media di un camorrista è di 35 anni", ha concluso Borrelli.