Speciale elezioni CNSU 2013: intervista a Salvatore Di Chiara (Unione degli universitari)

di Francesco Cannone

ServizioCivileMagazine intervista su programmi, visioni e identità i capolista locali del IV distretto territoriale. Il quinto è Salvatore Di Chiara. (Francesco Cannone)

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LISTA N°4

“UDU - RETE UNIVERSITARIA NAZIONALE - LISTE INDIPENDENTI”

Salvo Di Chiara ha 25 anni e studia giurisprudenza a Palermo, ma viene dalla provincia, dal paesino di Nisilmeri. Nel capoluogo siciliano ha frequentato il liceo scientifico; è sin da quegli anni – racconta al telefono – che si occupa di rappresentanza studentesca. Ma la sua esperienza associativa inizia all'università con il gruppo di giurisprudenza “Contrariamente”, di cui oggi è presidente. E' stato eletto al consiglio del corso di laurea e membro della commissione paritetica per la didattica. “La rappresentanza studentesca – prosegue – è la mia passione. Mi piace conoscere gente e confrontarmi con persone e problemi, il confronto è la cosa principale per poter crescere. Sono sempre stato il portavoce di tutti, sia di chi mi sostiene che di chi non mi sostiene. Ho la fortuna di avere alle spalle un grosso gruppo dove quello che conta sono le buone idee. Con l'Udu c'è uno splendido e strettissimo rapporto”.

rete_universitaria_nazionaleSalvo, dicci dell'Udu: orientamento, scopi e modi.
L'Udu è una delle realtà associative più forti all'interno dell'ateneo palermitano e non solo, un punto di riferimento fondamentale per gli studenti universitari. Siamo fondamentalmente un gruppo identificabile come politicamente di centro-sinistra, ma non mi piace definirlo così, gli studenti vanno rappresentati tutti; a me piace definirci come gruppo che lavora per tutti, per garantire a tutti il diritto allo studio, l'accesso alla cultura, i diritti. Il nostro è un gruppo che lavora costantemente, sempre presente, col principale obiettivo di tutelare gli studenti; il nostro è un sindacato studentesco, dal 1994. Portiamo avanti le nostre idee con battaglie locali, regionali e nazionali. A Palermo, fra le tante sostenute c'è quella del no alla privatizzazione del parcheggio all'interno della città universitaria. A livello nazionale, ricordo che abbiamo il merito di aver bloccato il decreto Profumo, che andava ulteriormente a peggiorare la situazione del diritto allo studio.

E qual è il vostro rapporto con la CGIL?
Indubbiamente di stretta collaborazione: noi siamo il sindacato degli studenti, la CGIL è il sindacato dei lavoratori, cui facciamo naturalmente riferimento e cui ci rivolgiamo come primo interlocutore. Con la CGIL c'è da sempre un patto di lavoro, così come Link ce l'ha con la FLC. In base a questo patto siamo anche finanziati.

In tutta Italia vi presentate insieme alla RUN, tranne che al Sud, dove correte da soli. Come mai? E perché poi le parole “Rete Universitaria Nazionale” si trovano ugualmente nel nome della vostra lista?
Non siamo stati noi a decidere di correre da soli, ma è stata una loro decisione. Non conosco ulteriori dettagli, perché gli accordi sono stati presi a livello nazionale. Ad ogni modo, abbiamo un'identità nazionale e non v'era alcun motivo di cambiare simbolo e denominazione che sono gli stessi in tutta Italia.

Andiamo al vostro programma. In che modo intendete migliorare la qualità della didattica?
Da un lato, la didattica va connessa alle caratteristiche e ai bisogni del territorio; dall'altro, in un'ottica europea, ci vuole una didattica che consenta di poter svolgere la propria professione almeno in tutta l'UE, i piani di studio vanno internazionalizzati.

Cosa proporrete per rendere effettivo il diritto allo studio?
Il diritto allo studio dev'essere priorità assoluta. Non vogliamo più vedere tagli; vogliamo investimenti superiori per garantire questo diritto costituzionale. Non c'è giustificazione che regga. Il finanziamento annuale per le borse di studio di tutta l’Italia equivale alla spesa per un singolo caccia bombardiere F35. Significa che non si vuole puntare sul diritto allo studio. Ampliamole le borse, il modo si trova. Senza investire sulla cultura e sul diritto allo studio non si può uscire dalla crisi.

Qual è la vostra posizione sul numero chiuso?
Il numero chiuso non ha ragione di esistere. Limitare l'accesso ai corsi di studio è una violazione gravissima del diritto allo studio. Capisco che ci sono esigenze legate alle strutture e alle necessità di determinate professioni, ma un test irrazionale non può essere la soluzione. L'accesso all'università va consentito a tutti, eventuali limitazioni devono derivare dalla valutazione dei risultati raggiunti e della motivazione mostrata dagli studenti durante il loro percorso. Inoltre, credo vada fatto un discorso più ampio, intervenendo in modo da permettere al ragazzo che esce dalle superiori una scelta non costretta, ma vera e variegata, che dopo gli garantisca in ogni caso uno sbocco occupazionale: bisogna riformare il collegamento (ora inesistente) tra sistema dell'istruzione e mondo del lavoro e garantire la mobilità studentesca.

Cosa farete contro il nepotismo nelle università?
Occorrono rappresentanti che abbiano la forza, il coraggio e la determinazione di opporsi in ogni modo alle baronie, di dire no, di denunciare e di lottare. L'Udu questo coraggio ce l'ha, su questo è una garanzia.

Il sistema della rappresentanza studentesca universitaria secondo te.
La riforma Gelmini ha ridotto il numero dei rappresentanti degli studenti all'interno degli organi di governo degli atenei. La componente studentesca è sicuramente quella maggioritaria, quantomeno  deve avere un peso equiparato a quello delle altre componenti che sono minoritarie, lo squilibrio attuale è inaccettabile. La rappresentanza studentesca è fondamentale perché è il principale e l'unico strumento democratico attraverso il quale poter garantire i diritti degli studenti nei luoghi a ciò deputati. E' necessario pensare a un sistema con più rappresentanti degli studenti. E' prioritario il  cambiamento all'interno delle università. In secondo luogo, per quanto riguarda il CNSU, questo storicamente è stato sicuramente più simbolico che altro. Forse elevare il numero dei componenti potrebbe renderlo maggiormente rappresentativo, perché 28 membri sono pochi e possono facilmente non tenere conto di alcune realtà, ma credo che la differenza non la faccia il numero ma la personalità dei membri. Io, personalmente, ho cercato di conoscere tutta la Sicilia.

Altri punti programmatici?
Voglio sottolineare l'importanza di più stage e tirocini, realmente e dico realmente formativi, che non siano meri strumenti per le aziende di garantirsi lavoratori gratuiti, che garantiscano anche al tirocinante diritti minimi, come quello di essere retribuiti. Ancora, crediamo che l'accesso alla cultura vada garantito a tutti grazie alla stipulazione di convenzioni con i centri di cultura. Infine, ci batteremo perché sia garantita la piena cittadinanza politica e civile dello studente fuori sede.

Il tuo appello agli elettori
Votateci perché l'Udu è il sindacato studentesco che ormai da 18 anni garantisce in tutto il territorio nazionale e a tutti i livelli i diritti degli studenti. Votateci perché il nostro metodo di lavoro è il sudore e non gli accordi con chicchessia. Io non ho mai avuto pretese, sono espressione di un gruppo che ha voluto investire sulla mia persona, sono pronto a raccogliere le istanze di tutti gli studenti che me ne facciano richiesta. Sono pronto a sbattere i pugni se ce ne sarà bisogno. Questo è stato finora il mio metodo: lavoro e ascolto. Questo è quello che ho sempre fatto e non cambierò certo ora il mio modus operandi e il mio stato d'essere.

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