Entrare in una stanza e dimenticarsi il motivo per il quale si è entrati? Colpa delle porte!

di Stefania Grasso

Entro in una stanza, mi fermo, mi guardo intorno ma continuo a non ricordare cosa dovevo fare. Sono stressata? Sto invecchiando? Dormo poco? No, ho soltanto varcato una soglia! (Stefania Grasso)

memoria Ebbene si, secondo uno studio, consultabile sul Quarterly Journal of Experimental Psychology, del prof. Gabriel Radvansky, Facoltà di psicologia dell'Università di Notre Dame nell'Indiana, le porte sarebbero la causa dei nostri vuoti di memoria. “Entrare o uscire da una porta funziona come un’esperienza di confine, che separa gli episodi o le azioni archiviandoli altrove”, come a dire che risulta faticoso reperire un pensiero concepito in un luogo differente dal momento che le porte sembrano dividere i ricordi allo stesso modo in cui fanno con le stanze negli appartamenti, stabilendo un netto confine tra uno spazio e l'altro.

Il professore ha messo alla prova la memoria degli studenti in due diverse circostanze, quando attraversano un ambiente unico, senza alcun tipo di delimitazione, e quando passano da una stanza a un’altra attraversando una o più porte, e i risultati sono sorprendenti: i vuoti mnemonici sono maggiori se si è oltrepassata almeno una porta!

Ai ragazzi è stato chiesto di ritrovare alcuni oggetti che qualche attimo prima avevano spostato da un tavolo a un altro o sistemato in diverse scatole. Le probabilità di superare la prova diminuivano sensibilmente quando i ragazzi uscivano dalla stanza e poi vi rientravano.

Un ulteriore esperimento ha dimostrato, inoltre, che non è vero che la memoria possa magicamente riaffiorare ritornando nei luoghi dove il pensiero è stato concepito: se il percorso a ritroso comporta il passaggio attraverso qualche porta, tornare al punto di partenza non serve a nulla.

Il potere delle porte di cancellare la memoria è molto più forte della capacità rievocativa dell’ambiente che ci circonda.

Per fortuna che il lotf e gli open space sono ritornati di moda!