Cittadini 2.0. La costruzione del cambiamento è già cominciata. Intervista ad Enrico Maria Borrelli

di Katia Tulipano

“Cittadini 2.0: Il vissuto partecipativo dei giovani”, è l'indagine realizzata da Amesci nell’ambito del progetto “Cittadini 2.0 Giovani che costruiscono il cambiamento” e presentata stamattina a Roma presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri da Enrico Maria Borrelli, Presidente nazionale di Amesci. (Katia Tulipano)

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Dott. Borrelli, come nasce la decisione di Amesci di svolgere questo lavoro di ricerca?
Da oltre quindici anni Amesci lavora con i giovani e non potevamo non accorgerci di quanto le forme della loro partecipazione stessero mutando: il loro essere costantemente connessi con la Rete globale ha riordinato, o meglio sta riordinando, i canali informativi su cui costruire le proprie opinioni e le proprie coscienze civiche. Da un lato la crisi dei partiti e la conseguente disaffezione per gli stessi, dall’altra una fiducia meno cieca nelle tradizionali agenzie formative hanno lasciato spazio alla ricerca di nuovi riferimenti, sfociata nella scoperta di un mondo diverso, un “mondo wiki” in cui la conoscenza si costruisce in maniera orizzontale, insieme.

Tutto ciò ha comportato l’aprirsi di un nuovo spazio di protagonismo per i giovani, libero, che gli consente di esprimersi e fare informazione trasparente, anche in quei Paesi i cui regimi non riconoscono la libertà d’espressione e, meno ancora, di partecipazione. L’Italia è sicuramente un Paese in cui governa la democrazia, ma il sistema sta però mostrando molti, troppi, vizi e stenta a svecchiarsi. E il seme del cambiamento, un crescente fermento civico, si sta manifestando proprio nella Rete, nel Web, di cui i giovani, e giovanissimi, sono gli assoluti protagonisti. Ecco perché Amesci ha voluto indagare questo fenomeno, per intercettare quella partecipazione giovanile che non ha perso né i valori né la voglia di costruire il proprio futuro, che è il futuro di ogni nazione.

Mentre in California la MacArthur Foundation presentava lo scorso febbraio i risultati di una ricerca condotta su un campione di 2.500 studenti universitari californiani sul rapporto tra la frequentazione delle community e lo stimolo alla partecipazione attiva ai movimenti civici, in Italia questo lavoro è stato condotto da Amesci. Possiamo dire che è la prima Associazione in Italia a svolgere un lavoro del genere?
Non mi risulta nessun lavoro analogo prodotto da associazioni giovanili, né da altre associazioni, ma il merito va sicuramente diviso con tutti i partner che hanno reso possibile questa indagine e con il Dipartimento della Gioventù che ha creduto nel nostro progetto e ci ha offerto gli strumenti per realizzare un lavoro così importante. Lo studio della MacArthur è stato reso noto quando noi eravamo già a metà ricerca e questa scoperta è stata per noi un enorme conforto di quanto la nostra intuizione rispondesse ad un fenomeno significativo che, evidentemente, interessa i giovani di tutto il mondo. Nei primi mesi del 2012 presenteremo i risultati di una serie di focus group che realizzeremo in tutta Italia con le forme del dialogo strutturato coinvolgendo, nei diversi territori, i giovani, le istituzioni locali, le imprese e le università.

Questo lavoro servirà a verificare la possibilità di una reale collaborazione tra i diversi attori nello sviluppo delle politiche giovanili, concentrandoci su due filoni: la partecipazione dei giovani alla vita locale ed il loro empowerment attraverso le esperienze di cittadinanza attiva. Ci sono associazioni giovanili di 6 paesi europei che hanno già chiesto di poter sperimentare Cittadini 2.0 nei loro territori e contiamo di poter inserire nella prossima ricerca anche uno spaccato europeo della partecipazione 2.0. 

La ricerca è stata condotta nell’ambito della campagna Cittadini 2.0. Quali sono gli obiettivi di questa campagna?
L’obiettivo principale di Cittadini 2.0 è stimolare la partecipazione dei giovani e questo obiettivo passa per l’affermazione di un loro fondamentale protagonismo nello sviluppo locale; della legalità quale principio ordinante di ogni società democratica e requisito di uno sviluppo culturalmente, socialmente ed economicamente sostenibile; per lo scambio tra pari che arricchisce e stimola la conoscenza; per la creatività e per l’espressione artistica. Crediamo che gli obiettivi della nostra campagna siano gli obiettivi cui ambiscono anzitutto i giovani ed è solo con loro, attraverso una diffusa partecipazione, che possiamo realizzarli.