“Volontari facciamo la differenza!”: 2011 Anno Europeo del Volontariato

di Anna Laudati

L’UE proclama l’Anno Europeo delle Attività di Volontariato. Nuove iniziative, nuovi investimenti per un settore che conta oltre 100 milioni di volontari impegnati socialmente. E sull’importanza del progetto, le parole di chi lo ha vissuto in prima persona. (Angelo Di Pietro)

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“Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della democrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione”. Con queste parole l’Unione Europea formalizza la proclamazione del 2011 come “Anno Europeo delle Attività di Volontariato”. In concomitanza con il decimo anniversario dell’Anno internazionale dei volontari, promosso nel 2001 dalle Nazioni Unite, anche le istituzioni europee riconoscono l’importanza del volontariato, elemento di sviluppo della democrazia e della coscienza umana: sotto lo slogan “Volontari, facciamo la differenza!”, l’intento è quello di promuovere sull’intero continente la diffusione di una cittadinanza attiva e di un’opportunità di apprendimento, in grado anche di fornire nuove capacità e competenze.

L’obiettivo generale dell’Anno Europeo è facilitare “lo sviluppo e la consapevolezza del valore del volontariato tra i giovani”. Per raggiungere questo scopo, la Comunità Europea ha stanziato oltre otto milioni di euro per sostenere iniziative di livello nazionale, regionale e anche locale. In Europa oggi operano oltre 100milioni di volontari, impegnati in un settore che rappresenta circa il 5% del PIL nazionale. Sull’importanza di queste opere, Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv, Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario, afferma: “Il volontariato svolge un ruolo importante e - come si dice oggi - di sussidiarietà: permette di intervenire anche in ambiti che sicuramente devono essere responsabilità del pubblico.

Certamente, ciò deve avvenire non nella direzione di una deresponsabilizzazione dello Stato, ma piuttosto - viceversa - in una prospettiva in cui lo Stato valorizza e sostiene queste associazioni di volontariato. Se si dovesse comprendere questa logica, e se si dovesse agire in questa direzione, io penso che la rabbia che oggi, è vero, un po’ cova nelle associazioni di volontariato - perché si sentono e ci sentiamo abbandonate - probabilmente potrebbe anche rientrare”.

Durante il workshop del 13 Dicembre  abbiamo incontrato alcuni giovani del Servizio Volontario Estero e le loro parole forse contano più di qualunque altra affermazione: Marta, 23 anni, era appena tornata da otto mesi in Lituania, “La dimensione dell’intercultura è sorprendente. Stare all’estero è un’esperienza di vita, ti arricchisce”. Matteo, barese dallo spiccato accento è stato in Spagna a svolgere servizio volontario in una casa famiglia: “Quei bambini mi hanno cambiato la vita. Sto già organizzando di ripartire”. Davide ci racconta della sua esperienza a Tiblisi: “Se era un giorno fortunato, e c’era l’acqua e la luce, allora si andava in ufficio. Capisci quanto sei fortunato con quello che hai qui”.

Ecco perché abbiamo deciso di pubblicare le loro parole in apertura del nuovo anno: in loro c’è tutta la voglia di vivere, di costruire, di cambiare. Una speranza ardente che ci auguriamo possa guidare tutto il nostro 2011. Chiunque decida di voler affrontare questa interessante esperienza può cliccare su www.campidivolontariato.org e seguire sul sito tutte le ultime opportunità.